Berlusconi fa marcia indietro. Vota la fiducia a Letta. Al Senato: 235 si e 70 no. Il Pdl é diviso in vari pezzi

Berlusconi fa marcia indietro. Vota la fiducia a Letta. Al Senato: 235 si e 70 no. Il Pdl é diviso in vari pezzi

Colpo di scena al Senato dove, a sorpresa, Silvio Berlusconi decide per il voto di fiducia a sostegno del Governo di Enrico Letta. Si deve essere trattato di una scelta difficile, ma che conferma quanto profonda é la spaccatura prodottasi all’interno del Centro destra. E così il governo incassa 235 si e 70 no.

La reazione di Enrico Letta e di Angelino Alfano, seduti l’uno accanto all’altro sugli scranni del Governo di Palazzo Madama, è stata improntata ad una composta sorpresa visto quanto la dichiarazione di voto del leader del Pdl contrasta con tutto quello minacciato nelle ultime ore da Berlsuconi e dai suoi più fedelissimi.

Adesso, messo a sicuro il futuro politico del Governo, si tratta di vedere come si riorganizzerà il Centro destra. Roberto Formigoni ha accennato alla possibilità che, in ogni caso, si formi un nuovo gruppo parlamentare sulla base delle adesioni che nelle scorse ore Alfano ed i ministri “secessionisti” e Fabrizio Cicchitto erano riusciti a raccogliere. Si parla di oltre 25 senatori, cui si dovrebbero aggiungere anche altri 10, in particolare quelli collegati all’ex ministro del Tesoro, Giulio Tremonti.

Berlusconi si è trovato, pertanto, di fronte all’inevitabile. La “secessione” gli impediva di raggiungere l’obiettivo di far cadere il Governo e gli apriva esclusivamente la via dell’opposizione.

Il capo del Pdl aveva appena finito di riunire i senatori rimastigli fedeli. Grosso modo, dicono le voci, si sarebbero ritrovati spaccati in due parti. Quelli che insistevano sulla sfiducia ed una discreta pattuglia che, invece, voleva rivotare il sostegno a Letta pur di far rientrare la spaccatura con Alfano e Cicchitto.
berlusconi sconfitto
Insomma, Silvio Berlusconi si è ritrovato con un esercito in rotta ed ha dovuto alzare bandiera bianca. Le prossime ore ci diranno se, però, è nata una vera e propria nuova maggioranza.

Giancarlo Infante