Berlusconi in retromarcia? Alfano gli vuole imporre un nuovo sì a Letta o sarà scissione. Giovanardi: noi moderati siamo tanti

Berlusconi in retromarcia? Alfano gli vuole imporre un nuovo sì a Letta o sarà scissione. Giovanardi: noi moderati siamo tanti

Berlusconi fa retromarcia? Alfano forte dall’esser seguito da ampie schiere di “moderati” interni al Pdl potrebbe averlo costretto a più miti consigli? Dopo tutte le docce scozzesi delle settimane scorse è il caso di armarsi di santa pazienza e vedere come va a finire. Una cosa, però, è confermata: le cosiddette “colombe”interne al Pdl sembrano in procinto di dettare loro la linea. Alfano è giunto al punto di chiedere che tutto il partito ritorni sui propri passi e ridia la fiducia al Governo di Enrico Letta. Altrimenti sarà scissione.

Carlo Giovanardi fa sapere a tutti che i “moderati” sono in tanti. Anche al Senato. Con il loro voto sono in grado di assicurare al Presidente del Consiglio, Enrico Letta, ed al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, un pacchetto di voti tali da mettere al riparo Letta da ogni disimpegno berlusconiano e dei suoi “falchi”.

Da mugugni, dichiarazioni, soffiate ai giornali si capisce tutta la tempesta umana e politica che si sta consumando nel partito rimasto a metà del guado nel passaggio da Pdl a Forza Italia.

Sono gli stessi organi d’informazione di proprietà diretta dei Berlusconi o fiancheggiatori di Berlusconi che fanno sentire il rintocco “a morto” lanciato a destra e a manca dai sondaggi di opinione. Il cavallo di battaglia preferito del Cavaliere, il sondaggio, sembra abbandonarlo e lo tradisce. Il Pdl starebbe perdendo addirittura il 6 per cento. Di colpo, Berlusconi scende al 23 per cento. Il Pd lo sopravanza. Considerando i risultati delle coalizioni, l’unica cosa che conta per il sistema elettorale del “porcellum”, perché fa scattare i premi di maggioranza, Berlusconi arrancherebbe di nuovo dietro il Centro sinistra. Loro al 35 per cento e la sua coalizione al 33 per cento.
CONVEGNO "VERSO IL CODICE ANTIMAFIA"
Sono voti che fanno pendere la bilancia interna a favore di Angelino Alfano. Il “delfino” mortificato che ha deciso di puntare i piedi. Molti parlamentari del Pdl temono Berlusconi. Ne conoscono le “nove vite”. Ma sanno anche che lui, dopo il 16 Ottobre, perderà la cosiddetta “agibilità politica” e per un anno, salvo nuove sentenze e nuove indagini, sarà senza voce e non potrà comandare più nessuno.

Il Centro destra, questo Centro destra, con la “perdita” di Berlusconi, rischia di uscire di scena per un lungo pezzo. In molti, allora, pensano che sia il caso di ringraziare il cielo se si è creata, all’ombra dell’accoppiata Napolitano-Letta, la possibilità di leccarsi le ferite, restare in qualche modo in gioco, rinviare le elezioni, invece di andarle a cercare come vorrebbe fare Silvio Berlusconi.

Napolitano, Letta ed il Pd, però, a questo punto vorranno delle precise garanzie. Soprattutto che, ricompattata la compagine di Governo, non si ritorni di nuovo in alto mare quando il 4 Ottobre la Giunta delle Elezioni e delle immunità del Senato si esprimerà per la decadenza di Silvio Berlusconi e, poi, qualche giorno dopo quando la stessa decisione sarà ratificata a livello di Aula.

E’ in queste ore che la maggioranza del Pdl, o almeno la parte che vuole sopravvivere al tramonto del leader, deve decidere sul da farsi e varcare il Rubicone oltre il quale Alfano e gli altri, più o meno giovani del Centro destra, sanno che cammineranno per la prima volta sulle loro proprie gambe.
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Che il momento sia decisivo, anche per le conseguenze che queste ore avranno anche sull’assetto del Partito Democratico, sembra dimostrarla quella che appare come una sostanziale convergenza tra Enrico Letta, Matteo Renzi e l’altro pretendente alla Segreteria, Gianni Cuperlo. Nell’attesa della verità del dibattito in Parlamento si sono incontrati ed hanno intanto deciso per una cosa abbastanza saggia, se sapranno mantenerla: il silenzio.

Giancarlo Infante