Pakistan: altri 22 morti per un secondo violento terremoto. Intanto, si visita l’isola nata dopo la prima scossa

Pakistan: altri 22 morti per un secondo violento terremoto. Intanto, si visita l’isola nata dopo la prima scossa

Almeno altre 22 persone sono state uccise da un secondo forte terremoto che ha colpito la provincia del Baluchistan, nel Pakistan meridionale. Segue quello ancora più violento che martedì scorso aveva provocato la morte di 515 persone, secondo le stime di un bilancio ancora provvisorio.

Questa seconda scossa è stata di magnitudo 6,8 mentre la precedente di ben 7.7. L’ epicentro è stato localizzato a circa 145 chilometri ad ovest della città di Khuzdar.

Decine di migliaia di persone continuano a dormire sotto il cielo aperto o in tende. Molte le abitazioni lesionate martedì scorso e crollate definitivamente a causa di questa ultima scossa.

Nel villaggio più colpito, Labash Awaran, oltre la metà delle 3.000 case sono crollate e quelle ancora in piedi sono inabitabili perché fortemente lesionate.
bambini soli terremoto pakistan
In molti casi, visto che le case erano fatte solamente di fango e travi, molti corpi vengono trovati semisepolti. Mancano le tende per potere assicurare un riparo, almeno provvisorio, a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Secondo Arif Mahmood, capo del Servizio meteorologico pakistano, le scosse potrebbero continuare ancora per settimane. Quella delle ultime ore è considerata una scossa di assestamento.

Continua intanto la curiosità sull’isoletta comparsa di fronte alla costa pakistana sull’Oceano indiano dopo la prima violenta scossa di inizio settimana.
isola mare pakistan
Le origini di questo nuovo lembo di terra rimangono poco chiari. Potrebbe trattarsi della conseguenza dell’attività di un’effusione di fango sotterranea, proveniente dal fondo marino. Si tratta di uno dei fenomeni dei cosiddetti “vulcani di fango”, piuttosto comuni lungo la costa pakistana e che sembra si siano verificati altre volte in connessione a violenti terremoti.

Numerosi eventi tellurici, quale quelli di Sumatra nel 2004 e del Giappone nel 2011, hanno causato una trasformazione di alcune zone costiere in quasi tutti i continenti.

I residenti lungo la costa, in attesa di vedere che fine farà l’ultima isola arrivata, intanto, la vanno a vedere con grande curiosità. Può darsi che, come accaduto in altre situazioni, però, il movimento del mare finisca per eroderla e farla scomparire, sia pure lentamente.

John Balcony