Letta chiederà i voti in Parlamento alla parte non oltranzista del Pdl. Arrivano i veri guai per Silvio Berlusconi. Il Pdl rischia di squagliarsi.

Letta chiederà i voti in Parlamento alla parte non oltranzista del Pdl. Arrivano i veri guai per Silvio Berlusconi. Il Pdl rischia di squagliarsi.

La decisione emersa dal lungo incontro di Giorgio Napolitano con Enrico Letta è chiara. Probabilmente se l’erano già concordata telefonicamente nelle ultime ore, L’hanno meglio articolata nella chiacchierata avuto a quattr’occhi al Quirinale: si va in Parlamento per costringere Silvio Berlusconi ribadire nelle sedi istituzionali la decisione di far mancare la maggioranza di un Governo che pure lui ha sempre detto di aver voluto con decisione.

Enrico Letta, dal Quirinale, è poi sceso a Palazzo Chigi da dove si è collegato con il “Il tempo che fa” per dire chiaro e tondo una cosa molto semplice: io vado in Parlamento a chieder la fiducia. Berlusconi venga là a spiegare la sua posizione. Stiamo seguendo le evoluzioni in atto nel Pdl. I sondaggi dicono che il 70 per cento degli elettori Pdl non vuole la crisi di Governo. I ministri hanno espresso le loro opinioni. Da quello che Letta sa, anche la maggioranza dei parlamentari di Berlusconi non sono d’accordo per far terminare l’esperienza del Governo.

Letta, apparso molto tranquillo e fiducioso, dopo aver ricordato le molte cose fatte dal suo esecutivo, ha detto che lui non cercherà alcun singolo parlamentare per chiedergli il voto sulla base di scambi di bassa lega. Intende raccontare le cose fatte e chiederà che ognuno si assuma le proprie responsabilità. Poi si tireranno le somme. Mercoledì a quadro delineato in maniera più chiara interverrà e si saprà come intenderà andare avanti.

Al Presidente del Consiglio ed al Presidente della Repubblica non sfuggono i veri e propri “smottamenti” in atto nel partito del Pdl. Ministri in assoluto disaccordo con la decisione delle dimissione prese da pochi “falchi”. Due ministri, Quagliariello e Lorenzin, che annunciano di non voler neppure far parte di una Forza Italia dominata dagli “estremisti”. Lupi è con loro e sollecita Alfano ad esprimersi.
Consiglio dei Ministri
Dopo molte ore, il Segretario del Partito, anche Vice Presidente del Consiglio, Ministro dell’Interno e capo delegazione del Pdl nell’esecutivo di Letta, costretto a subire l’umiliazione di una decisione assunta da Berlusconi con la sola compagnia di Santanché, Verdini, Capezzone, Bondi e Ghedini, nel corso di una riunione cui non è stato neppure invitato, ha messo Berlusconi di fronte ad una amara verità. Lui non ci stà.

I sondaggi ricordati da Letta si concretizzano con l’amara nota di Alfano. La maggioranza del partito non vuole colpi di testa e salti nel buio. Non vuole che la rinata Forza Italia finisca ad essere etero guidata dagli “estremisti”.

Se questo sarà, minaccia Alfano, lui annuncia che farà il berlusconiano “in altro modo”. Terribile messaggio per Berlusconi. Come terribile é il silenzio di gente come Fitto, Sacconi, Gelmini, Carfagna, e tanti altri. Se qualcuno di questi parla, non lo fa certo come il leader vorrebbe. Si tratta di un nutrito gruppo. Quelli che non gradiscono che le decisioni Berlusconi continui a prenderle senza sentire nessuno o, tutto al più, consultandosi solamente con i cosiddetti “falchi”.

Tacciono anche altri due importanti esclusi dalle decisioni delle ultime ore. Non sono proprio gli ultimi venuti: i due capigruppo di Senato e Camera, Renato Schifani e Renato Brunetta. gente che ha sempre difeso Silvio Berlusconi a spada tratta. Non pensavano di essere messi così brutalmente da una parte.
berlusconi preoccupato
Enrico Letta, é in grado ora di mettere in forte crisi Silvio Berlusconi. Il capo del centro destra, a questo punto, rischia davvero di perdere per strada un discreto pezzo di partito. O almeno, è avvertito. Dopo il 16 Ottobre, quando andrà ai domiciliari, l’ala cosiddetta moderata non tollererà più di essere comandata da “pitonesse e falchi” e proverà a lavorare per dare un nuovo volto al Centro destra.

Una prima verifica dei reali equilibri nei gruppi parlamentari, di quello che solo per poche ore potrebbe continuare a chiamarsi Pdl, si avrà con l’incontro fissato con Silvio Berlusconi. Non sarà un appuntamento facile. Soprattutto per lui.

Giancarlo Infante