Alitalia – Air France: il ministro Zanonato nega le trattative e spuntano fuori incognite sul debito. Nel mirino di Air France-Klm pure un certo numero di Airbus acquisiti dai Toto

Alitalia – Air France:  il ministro Zanonato nega le trattative e spuntano fuori incognite sul debito. Nel mirino di Air France-Klm pure un certo numero di Airbus acquisiti dai Toto

Nega l’accordo con forza il Ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, e sostiene che i particolari dell’eventuale accordo tra Air France-Klm e Alitalia sono solo frutto di “illazioni” giornalistiche, ma invece “non c’è nulla di attuale”. In realtà, le “illazioni” sul presunto passaggio della nostra compagnia di bandiera nelle mani franco–olandesi si moltiplicano sino a divenire un vero e proprio tormentone. La verità è che Air France-Klm, e soprattutto la componente olandese del gruppo, ci vuole vedere chiaro e attende che entro poche ore siano resi noti i conti della cosiddetta semestrale.

aaatoto2 de junaSecondo indiscrezioni, la semestrale di Alitalia dovrebbe presentare una perdita superiore ai 200 milioni di Euro preventivati. Una cifra destinata a spaventare l’amministratore delegato della compagnia d’oltre alpe, Alexandre de Junac, il quale nei giorni scorsi aveva dichiarato a “Les Echos” che l’acquisto “era equo e, quindi, alla portata”, ma aveva in mente altre cifre.

Ora, invece, pare che il rosso di Alitalia sia destinato a crescere. Alle somme già note non solo si aggiungerebbero i conti aperti con i fornitori, ma anche i debiti con le banche (500 milioni di euro) oltre 600 milioni dei costi per l’acquisto degli aerei dalla società “Ap Fleet”, aaatoto1 carloche fa capo a Carlo Toto. Proprio su questo nodo si sarebbero bloccate le trattative dei francesi orientati verso l’idea di rinunciare a 18 aerei di medio raggio e di bloccarne sei di lungo raggio.

Già, la flotta. Uno snodo “delicato”, che al dunque ha davvero del curioso. Forse vale la pena di ripercorrere a ritroso la storia, almeno per quanto se ne sa. Risaliamo a quando ancora, almeno apertamente, non si parlava di “integrazione” Alitalia-Air One, anche se il proprietario di quest’ultima, Carlo Toto, aveva, invano, cercato di inserirsi tra i possibili acquirenti della di lui più grande compagnia italiana. Toto aveva ordinato al consorzio Airbus qualcosa come una novantina di aerei nuovi di zecca, quasi tutti A320 da breve e medio raggio, oltre a una decina aaatoto3 330di A330 per voli intercontinentali. Cosa intendesse farci, il Toto, di così tanti aerei potrebbe sembrare un mistero. Mah…forse, approfittando di un consistente sconto del costruttore per una fornitura tanto imponente, pensava di rivenderli a terzi subito dopo con un consistente buon guadagno?

Qualunque cosa gli fosse frullata nel cervello, il buon Toto, senz’altro adeguatamente “spalleggiato”, entrò a pieno titolo nel glorioso gruppo dei cosiddetti “capitani coraggiosi” salvando l’italianità dell’Alitalia e questi nuovi aerei furono, e sono, così, il fiore all’occhiello della rinnovata flotta della Alitalia. E, cosa non certo di poco conto, ricevendo qualcosa come ben 450 milioni di euro, che sono sembra ombra di dubbio una belle sommata, essendosi per di più liberato da una aaatoto7 grupposituazione debitoria che, a dire di un suo vecchio e caro amico senza dubbio in vena di particolari “confidenze”, non lo faceva da tempo più dormir la notte.

Ciò che lascia sgomento è stato, da qualche anno a questa parte, lo scoprire, con gli occhi di chi se ne intende, un radicale cambiamento su code, ali e fiancate degli aerei del gruppo Alitalia-Cai della nazionalità delle “targhe” dei velivoli, in gergo dette “marche”. Ovvero, al posto della prima lettera “I”, che sta per Italia, c’è invece “EI”, che sta a identificar l’Irlanda. E ormai, salvo poche eccezioni che riguardano i velivoli più anziani, quasi tutta la flotta italiana aaatoto10 eidi centotrenta e passa jet è immatricolata a Dublino. Un fatto impensabile per qualunque altra compagnia di bandiera europea e non. Pensereste sia possibile che i tedeschi di “Lufthansa” rinunciassero alla loro “D”, o francesi e britannici alle loro “F” e “G”?

Ma c’è dell’altro. La quasi totalità degli aerei utilizzati da Alitalia non è di sua proprietà, benché portino a giro per il mondo i colori nazionali. Sono jet in affitto, o meglio in leasing. Ma affittati da chi? Da una società con sede in Irlanda di proprietà, sembra proprio, di un figlio di Carlo Toto! Toto junior, padrone da un po’ di tempo anche della compagnia “low cost” Livingston, li affitterebbe, riteniamo ricavandone di certo un buon profitto, a quell’Alitalia che tra i proprietari vede pure il papà Carlo, il quale riuscì con l’operazione “capitani coraggiosi” a sbolognare la sua Air One al tempo ben carica di debiti. aaatoto14 riccardo“Grandi” i Toto, davvero, quasi senza eguali. Veri maestri del cosiddetto “colpo del leone”, uno dei miti di quel grande gioco d’azzardo che è lo “Chemin de Fer”.

A complicare i contatti in corso con il gruppo franco-olandesw sarebbero anche certe passività risalenti al periodo 2002 – 2008 per complessivi 33 milioni. Nel mirino di Air France-Klm sembrano finite sotto osservazione eventuali violazioni tributarie riguardanti l’acquisizione della compagnia Air One da parte di Cai che, contemporaneamente, si prese pure la parte buona di Alitalia, lasciando la cosiddetta “bad company” al suo destino, sotto la gestione dell’ex ministro prodiano Augusto Fantozzi.

Tuttavia il bello, o il brutto, starebbe proprio su questo punto: l’Alitalia non potrebbe far valere le proprie aaatoto20ragioni in sede giudiziaria in quanto la nostra compagnia di bandiera, il 28 dicembre 2009, avrebbe sottoscritto un accordo in base al quale si accollava tutte le pendenze in essere, comprese quelle fiscali. Non fu letto bene il contratto? o, invece, fu scritto molto bene da “qualcuno”?

Queste complicazioni potrebbero far sfumare l’intenzione di acquisto e bloccare l’aumento di capitale Alitalia-Cai. I franco–olandesi, infatti, potrebbero attendere che sia il tribunale a pronunciarsi in materia, per poi magari mettere le mani su Alitalia, in sede di concordato, e, quindi, concludere la stessa operazione a prezzo assai migliore. Soprattutto su una società scaricata finalmente di tutti i suoi debiti.

Per finire, una domanda al ministro Zanonato e al Premier Enrico Letta: Vi sembra accettabile che gli aerei Alitalia, simbolo della Nazione, volino per il mondo immatricolati all’estero per pagar meno tasse proprio nel loro Paese?

Enrico Barone