Nave arenata alle Bocche di Bonifacio ripropone il problema delle navi con carichi inquinanti

Nave arenata alle Bocche di Bonifacio ripropone il problema delle navi con carichi inquinanti

Una chiatta di 2000 tonnellate, durante il suo viaggio inaugurale, si è arenata sulla spiaggia di Baia Santa Reparata, in Sardegna.
La nave, lunga 72 metri e larga 11, non trasportava niente di pericoloso ed inquinante per l’ambiente, come hanno precisato dalla Capitaneria di Porto di La Maddalena.

La grande chiatta merci, “Sirocco”, battente bandiera francese, in transito sul tratto di mare delle Bocche di Bonifacio, sembra non aver riportato danni strutturali significativi.

L’imbarcazione, per cause ancora non precisate, sarebbe diventata ingovernabile. Intervenuti i rimorchiatori, si sarebbero spezzate le cime di traino e, pertanto, la nave si è arenata sulla spiaggia dove è ancora in attesa che le condizioni meteorologiche migliorino e consentano gli interventi adeguati.

Il passaggio delle Bocche di Bonifacio, stretto e lungo tredici chilometri, è tra i più trafficati del Mediterraneo.
Bocche_di_Bonifacio cartina
Navigare attraverso le Bocche di Bonifacio è anche molto pericoloso a causa dei venti impetuosi, delle forti correnti e delle continue mareggiate e, infatti, molti sono stati i naufragi.

I “Guerrieri” di Greenpeace si sono sempre battuti per impedire la navigazione di cargo, spesso contenenti materiale inquinante, su questo tratto di mare che separa la Sardegna dalla Corsica.

Già venti anni fa, gli allora ministri dell’ambiente di Francia e Italia, Segolene Royal e Carlo Ripa di Meana firmarono un accordo per vietare il passaggio alle navi considerate troppo pericolose che, secondo Greenpeace, sarebbe ben 3000 cargo l’anno.

Tre anni fa il ministro italiano dell’ambiente Stefania Prestigiacomo ed il suo omologo francese Jean Louis Borloo hanno istituito il Parco Internazionale delle Bocche di Bonifacio.
Protesta sindaci italiani francesi
A decidere sul transito dei cargo che trasportano circa 130.000 tonnellate di prodotti inquinanti l’anno, attraverso questa bellissima area marina, in realtà, é l’Organizzazione Marittima Internazionale.

L’associazione ambientalista Greenpeace, insieme ai sindaci delle aree interessate, continua a protestare e vigilare, poiché, come sembra, gli accordi non hanno dato, ad oggi, risultati concreti per la tutela dell’area.

Lucilla Verticchio