Ore decisive per gli abitanti del Giglio: imminente il via al recupero del Concordia se tutto Ok, la grande nave forse a Palermo

Ore decisive per gli abitanti del Giglio:  imminente il via al recupero del Concordia  se tutto Ok, la grande nave forse a Palermo

A un anno e poco più di otto mesi dal disastro del Giglio, per la “Costa Concordia” siamo giunti al cosiddetto punto di non ritorno. Dalle 6 del mattino di lunedì 16 settembre, condizioni del mare permettendo, per la grande nave cominceranno le operazioni di ribaltamento, ovvero una complessa manovra per raddrizzarla e permetterne il traino verso il porto dove avverrà la demolizione. “Un’impresa mai tentata prima”, ha spiegato il capo della protezione civile Franco Gabrielli, responsabile anche dell’emergenza Concordia, precisando che “la decisione ultima di far partire definitivamente la procedura di rotazione della nave verrà quindi presa alle 14 di domenica 15 settembre, e così via via ogni giorno nel proseguo dei lavori”.

aaaconcordia2Le equipe che si occupano dei lavori sono concordi, è il caso di dire, nel ritenere che il raddrizzamento del relitto richieda tra le 10 e le 18 ore. Società armatrice, protezione civile e Titan Micoperi, la società internazionale incaricata del recupero della nave da crociera, non si stancano di ripetere che è un’operazione difficile “poichè si tratta di un lavoro senza precedenti per un relitto di queste dimensioni. Il movimento dovrà essere molto lento e soggetto ad un costante controllo”.
Sembra quasi vogliano mettere le mani avanti nel caso di un insuccesso, anche parziale, del resto sempre possibile in ogni circostanza.

“Tutte le fasi sono state validate e autorizzate nel momento in cui sono state prese e se ne sono assunte la responsabilità. Tra l’altro, a costo zero – dice ancora il capo della protezione civile e in un aaaconcordia4Paese in cui si parla sempre di prebende volevo ricordare le persone che hanno lavorato anche nei mesi estivi per arrivare a questo intervento. Abbiamo vagliato tutte le problematiche che possono verificarsi. Questo per dire che dal punto di vista della pianificazione non abbiamo lasciato nulla al caso”.

Per il raddrizzamento della Costa Concordia occorrono un gran numero di strumenti piccoli e grandi, oltre che all’impegno umano. Innanzi tutto una ventina di mezzi navali e 8 piattaforme, tra cui il “Leone” e il “Micoperi30”, che sono le due più grandi. Il Micoperi30 è lunga 122 metri, poco più di un campo di calcio. Il “Leone” addirittura addirittura 160 metri e mezzo, più o meno quanto il Colosseo, per intenderci.

Sono state poi pazientemente sistemate ben 56 grosse catene, di cui 22 installate sul lato di dritta, aaacassoni2ovvero a destra, e che, passando sotto il relitto, sono ancorate al sistema di “hold back towers”. Tanto per avere una idea seppur vaga della complessità delle attrezzature, precisiamo che ciascuna catena è lunga 58 metri e pesa 26 tonnellate. E’ stato, inoltre, necessario realizzare i cosiddetti “sponson” ovvero giganteschi cassoni di acciaio. Sono 11 e fabbricati in acciaio ed installati sul lato dritto del relitto: i due più grandi sono installati orizzontalmente mentre i restanti 9 verticalmente.

I tre più grandi pesano 500 tonnellate l’uno, hanno una lunghezza di 30 metri, un’altezza e una profondità di 11, mentre quelli più piccoli pesano 395 tonnellate ciascuno. Si tratta in tutto di una commessa di 30 cassoni di acciaio dal peso totale di circa 11.500 tonnellate, realizzati da Fincantieri. Il progetto prevede che i cassoni vengano installati sul lato emerso della nave e riempiti d’acqua gradualmente per agevolare il raddrizzamento della nave, che sarà aaaconcordia23effettuato con un sistema di martinetti chiamati «strand jack» fissati alla piattaforma subacquea di appoggio. Una volta raddrizzata la nave, saranno installati cassoni pieni d’acqua anche sull’altro lato della nave. I cassoni di entrambi i lati saranno quindi svuotati dall’acqua, in modo tale da riportare la nave a galleggiare, e consentirne il successivo traino.

E ancora due blister tanks, speciali cassoni anch’essi in acciaio e installati alla prora del relitto, i due blister sono collegati l’uno con l’altro tramite una struttura tubolare. Misurano una lunghezza di 23 metri e un’altezza di 20 metri ciascuno e complessivamente hanno una profondità di 36 metri. Tutta la struttura pesa 1.700 tonnellate, l’equivalente di sette volte e il peso della statua della Libertà di New York.

aaaconcordia22E’ stato anche creato un fondale artificiale, composto da più di 1.180 sacchi di malta cementizia. Un volume complessivo di più di 12 mila metri cubi per un peso di più di 16 mila tonnellate.

L’impegno umano conta circa 500 persone, di cui 120 impegnate nelle operazione subacquee. Poi, 70 addetti ai lavori di saldatura e carpenteria, 60 tecnici e piloti, 60 addetti alla logistica e alla sicurezza, 50 ingegneri, 140 membri dell’equipaggio impegnati a bordo di 30 mezzi navali e 10 biologi provenienti dall’Università La Sapienza e di Genova. Una equipe composta da tecnici provenienti da 26 paesi.

Se tutto, come si spera, andrà per il meglio, una volta “raddrizzata”, la Costa Concordia sarà trainata in un porto per la demolizione. Ancora non è stata data la parola definitiva circa la destinazione finale. Di certo si sa, scartata Istanbul, in Turchia, sia per la grande distanza che per motivi di ordine economico, la scelta è ancora divisa tra Piombino e Palermo. Ma il porto toscano non sembra possedere le caratteristiche adatte per un così imponente lavoro. Il candidato più probabile resterebbe così il porto di Palermo.

Enrico Massidda