Autorità egiziane hanno deciso di impedire a circa 55.000 predicatori non riconosciuti di parlare nelle moschee

a favore del deposto presidente islamista Mohamed Morsi. Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di predicatori appartenenti ai Fratelli Musulmani legati all’ex Presidente che si trova agli arresti.

Il divieto prende di mira in particolare le piccole moschee o quelle dove il Venerdì vengono improvvisate preghiere e prediche che costituiscono il grosso delle occasioni in cui la Fratellanza ed altre organizzazioni considerate fondamentaliste fanno propaganda. L’ idea è quella di diffondere un messaggio moderato dell’Islam e mantenere gli egiziani lontani da idee radicali .

Per schiacciare la Fratellanza dopo il rovesciamento di Morsi più di 2.000 attivisti islamici sono stati arrestati e la maggior parte dei loro leader della Fratellanza incarcerati con l’accusa di violenza o d’incitamento alla violenze. Alcuni anche accusati di terrorismo e di omicidio. Non è escluso che il Governo voluto dai militari decida per la soppressione della Fratellanza Musulmana e del partito politico che ne è espressione

Red