11 Settembre 1973. Il Golpe in Cile. L’America Latina si trasforma in un grande carcere ed in un enorme cimitero

11 Settembre 1973. Il Golpe in Cile. L’America Latina si trasforma in un grande carcere ed in un enorme cimitero

Il colpo di stato in Cile dell’11 Settembre 1973 può essere oggi considerato un evento storico. Nel senso che i suoi effetti, non i suoi insegnamenti, sono oramai diluiti nella vicenda politica e sociale dell’America Latina e nei suoi rapporti con gli Stati Uniti. Molta acqua è passata da quel giorno in cui i militari si impossessarono di Santiago del Cile e si sollevarono nelle loro basi militari in tutto il Paese contro il governo legittimamente formato dal Presidente Salvador Allende.

In un Cile comunque dilaniato da profonde divisioni sociali e politiche. Come confermato dallo sciopero dei camionisti che bloccò a lungo tutta l’attività economica di un Paese che si allunga per migliaia e migliaia di chilometri lungo le coste dell’Oceano Pacifico.

Il “Golpe”, da allora questo termine divenne familiare in tutto il mondo, rovesciò un governo di sinistra, guidato da un socialista, al tempo stesso, determinato e “visionario”.

Salvador Allende

Salvador Allende


Sullo sfondo, le grandi tensioni interne ed internazionali provocate dalla decisione di Allende di nazionalizzare le miniere di rame, allora una delle principali risorse cilene in mano a compagnie americane come la Kennecott e l’Anaconda, e di estromettere molte compagnie americane che, di fatto, avevano in mano l’intero Paese, come del resto accadeva in tutta l’America Latina.

La parte meridionale del continente americano, allora, sembrava costituire il punto principale di scontro tra la visione del capitalismo nord americano, che nel centro e nel sud veniva vissuto come un vero e proprio strumento di rapina, ed i movimenti socialisti e comunisti che trovavano nella Cuba di Fidel Castro un punto di riferimento importante.

Anche l’importante movimento cattolico s ud americano era diviso tra il conservatorismo ed il sostegno alle vecchie classi dirigenti e l’apertura a nuovi equilibri economici e sociali. Nel clero, a partire da alcuni vescovi e centri di elaborazione dottrinale, si stava sviluppando quella che poi è stata definita la “teologia della liberazione”.

Si è molto parlato delle responsabilità degli Stati Uniti per il Golpe di Augusto Pinochet. Il generale paradossalmente voluto da Salvador Allende alla guida dell’esercito, perché considerato leale e rispettoso della Costituzione, dopo l’uccisione di René Scheneider, precedente Capo di Stato Maggiore della Difesa, che si era opposto ad intervenire con le truppe per impedire la nomina di Allende.

Pinochet- Allende

Pinochet- Allende


Si racconta che il Presidente, asserragliato ne “La Moneda” , la sede della presidenza cilena, alle prime vaghe notizie sul Golpe, avesse rassicurato i suoi collaboratori perché fiducioso nell’intervento di “Augusto”. Ma il generale Pinochet, in realtà, aveva già mosso i suoi carri armati attorno al palazzo e preparato il piano del bombardamento da parte dell’aviazione, come poi accadrà dopo poche ore. Il corpo di Allende sarà poi ritrovato senza vita nel suo ufficio.

Da quel momento mutò l’intero quadro dell’America Latina. Le immagini dello stadio di calcio di Santiago del Cile, celebre per la sua utilizzazione come enorme carcere a cielo aperto dei dissidenti, le notizie sulle esecuzioni di molti prigionieri politici e quelle sulla scomparsa di tanta gente, anche solo sospettata di essere di sinistra, faranno scuola. Soprattutto per i militari di molti paesi vicini: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Paraguay e Uruguay.

Nasce con l’unione dei militari di tutti questi paesi l’operazione “Condor”, cioè il grande progetto di debellare, ad ogni costo, gli oppositori, i sindacalisti, i semplici spiriti liberi di mezzo continente.

Arresti nelle strade di Santiago

Arresti nelle strade di Santiago


Non conta se per fare ciò é necessario trasformare gran parte del continente in un unico, enorme carcere. Non importa se per fare ciò é necessario uccidere decine e decine di migliaia di persone. Tra questi molti italiani o di origine italiana.

Dietro le quinte i vecchi servizi americani impegnati non tanto a difendere la democrazia, bensì gli interessi delle multinazionali statunitensi.

Un progetto il cui bilancio, dopo circa venti anni di lutti e violenze, tra tutte quelle a carico dei famosi “desaparecidos” argentini, si è rivelato assolutamente fallimentare per i vecchi militari reazionari e gli Stati Uniti. La gran parte dei paesi dell’America Latina ha trovato oggi una propria strada democratica in autonomia, se non addirittura in contrasto con gli Usa, senza per questo finire preda del comunismo o di regimi rivoluzionari.

Fossa comune desaparecidos

Fossa comune desaparecidos


Restano, però, i lutti ed i ricordi dei tanti scomparsi per una violenza cieca ed ottusa che ha finito per essere condannata in tutto il mondo.

Il Golpe cileno, in qualche modo, finì per influenzare anche l’Europa e l’Italia. Sulla scia di quell’evento, ad esempio, i comunisti italiani, francesi e spagnoli iniziarono una fase di più marcato distacco dall’Unione Sovietica e provarono ad offrire una proposta alternativa al comunismo ortodosso di Mosca con la nascita del cosiddetto “Eurocomunismo”.

Uno slogan destinato a durare poco ma che in Italia, invece, convinse Enrico Berlinguer sempre di più ad iniziare quella marcia di avvicinamento verso posizioni moderate che avrebbero consentito, fino al sequestro ed alla morte di Aldo Moro, nel Marzo, Maggio 1978, ai comunisti italiani di partecipare ad una fase del tutto diversa dell’esperienza politica italiana. Poi, il tempo ha fatto il suo corso e Pinochet ha passato il resto della sua vita a cercare di non finire in galera, sia in Cile, sia in altri paesi come Italia o Spagna che lamentavano la stupida ed inutile morte di loro concittadini.

Giancarlo Infante