Tutti guardano alla Giunta del Senato anche se costituisce solo una battaglia della guerra di Berlusconi

Tutti guardano alla Giunta del Senato anche se costituisce solo una battaglia della guerra di Berlusconi

La riunione della Giunta per le Elezioni e le immunità del Senato è oramai l’unica cosa che sembra contare per la politica italiana. In realtà non è così perché la decisione che ne scaturirà, già abbondantemente scontata per la decadenza dal seggio di senatore di Silvio Berlusconi, non costituisce l’unico passaggio della vicenda della cosiddetta “agibilità politica” del capo del Centro destra.

La verità è che, come un esercito agguerrito sulla difensiva, il Pdl contende metro per metro il terreno ai suoi avversari. La speranza è che succeda qualcosa di imprevisto che possa mutare l’equilibrio realizzato sul terreno di scontro. Tutti i numeri sono contro Berlusconi. Netta la posizione di minoranza nella Giunta. Con l’apporto dei 5 Stelle anche in aula si dovrebbe vedere votare contro, per la decadenza.
Le grida sulla crisi di Governo, così, si alzano più forti a mano a mano che si conferma quale sarà la posizione del Pd: voteremo per la decadenza.

Diceva un vecchio carosello: “la cosa è sicura, è solo questione di tempo”. Questo oramai i seguaci di Berlusconi lo hanno metabolizzato e, forse, qualcuno lo ha persino accettato in cuor suo. Ma la battaglia deve essere condotta fino alla fine. Costi quel che costi.
Il tempo, del resto, allontana l’amaro calice e consente anche di trovare nuove idee di provare nuove strategie. Così, dopo le tre pregiudiziali del relatore Pdl, il senatore Andrea Augello, si butta sul tavolo della Giunta anche una quarta. Ci pensa il senatore Luci Malan il quale vorrebbe far passare la tesi che anche la decadenza dal seggio di un condannato costituisce una sanzione penale e non amministrativa.

Da ignoranti in materia ne prendiamo atto, ma ci chiediamo che, se anche così fosse, anche se questo aspetto non è determinato da una condanna di un Tribunale, bensì dalla sola Legge Severino, cosa muterebbe della questione di fronte alla Giunta ed all’aula del Senato che questa legge deve solo applicare.

L’unica cosa chiara è che la spaccatura è profonda e tale resterà fino alla fine. Adesso la Giunta deve valutare tutte queste pregiudiziali. Probabilmente le boccerà nel giro di poche ore. Poi, si dovrà scoprire quali altri passaggi saranno impostati soprattutto dal pdl, a partire della voce da lasciare alla difesa. C’è chi immagina anche un intervento personale di Silvio Berlusconi di fronte ai suoi colleghi.

In ogni caso, la difesa di Silvio Berlusconi ha molti punti da sollevare. Anche se gli altri sostengono che sono risibili o “improponibili”, dovranno comunque essere presi in considerazione.

Resta il fatto che, con la decisione finale della Giunta, ci si troverà, e non potrà essere altrimenti, di fronte ad un voto più che da un trattato giuridico. Saranno dei politici ad esprimere il verdetto finale. Non dei magistrati. Anche se tra i suoi componenti non mancano gli uomini di legge.

sen Andrea Augello

sen Andrea Augello

Le questioni sollevate da Andrea Augello partono da quella sulla natura della Giunta. Secondo lui è un “organo giurisdizionale”, cioè dotato di poteri decisionali propri. Gli risponde il Pd, con l’ex magistrato Felice Casson: non è vero! Si tratta di un organo politico.

Secondo Augello, insomma, la Giunta potrebbe comunque sospendere tutto e decidere di rivolgersi alla Corte dei diritti dell’Uomo di Strasburgo per rappresentare gli stessi problemi sollevati da Silvio Berlusconi con il ricorso di cui una copia è stata anche inviata all’organismo parlamentare.

Con questo ricorso si sostiene di fronte ai giudici europei che la Legge Severino lede i diritti dei cittadini in quanto prevede una sua applicazione retroattiva ed è quindi in palese violazione, appunto, con i principi base del diritto. Nella sua relazione, lunga 90 pagine, il senatore Augello presenterà questa richiesta di adire la Corte di Strasburgo, pur sapendo che gli sarà bocciata.

Casson con la sua risposta esclude una tale possibilità. La Giunta non è un’entità giudiziaria in grado di prendere proprie decisioni giurisdizionali , che cioè si incardinano negli atti giudiziari, come se fosse un Tribunale, né può trasferire atti ad altro organismo analogo. Non è neppure una commissione speciale d’inchiesta, alla quale, comunque, mancherebbe lo stesso questo strumento. E’ da considerarsi un semplice organismo che valuta i requisiti di candidabilità e di eleggibilità dei senatori. Avrebbe, quindi, una veste amministrativa e non giudiziaria.
Inoltre, la Legge Severino impone che, “immediatamente”, la Giunta provveda a sancire la decadenza di un eletto che si dovesse trovare nelle condizioni previste per la perdita del seggio. Cioè soggetto ad una condanna superiore ai due anni, già passata in giudicato.

sen Felice Casson

sen Felice Casson

Non c’è la possibilità per questo organismo parlamentare di esperire una valutazione nel merito. Si tratta di una semplice presa d’atto. Su questa linea sono schierati il Pd, il Sel, Scelta Civica ed il Movimento 5 Stelle.

Per il senatore Augello e dei pochi che formano la pattuglia del Pdl, si tratta di una battaglia “impari”. Simile a quella che si aprirà sulle altre sue richieste alla Giunta. A partire dai rilievi di natura costituzionale mossi alla Legge Severino. Cosa che richiede, secondo Augello, l’opportunità e la necessità che la Giunta porti di fronte alla Corte Costituzionale una legge che violerebbe la nostra Carta se venisse applicata.

Anche qui il parere degli altri è di pieno disaccordo. Non spetta alla Giunta, dicono. Eventualmente all’Aula del Senato una volta che, accertata l’esistenza degli estremi della decadenza di Silvio Berlusconi dal seggio, su richiesta di almeno venti senatori, la questione potrebbe essere portata di fronte all’intera Assemblea.

E’ ovvio, ma lo dico da profano, che ci troviamo di fronte alla solita legge all’italiana che aumenta la confusione, fondata o artatamente organizzabile, invece di chiarire e semplificare le cose. La legge Severino avrebbe potuto trovare formule molto più semplici ed automatiche di decadenza se questo, come pare, voleva essere lo spirito del provvedimento. Il passaggio alla Giunta cui oggi cominciamo ad assistere, ed eventualmente all’aula, si presta a creare confusione, dilazioni e fraintendimenti. Oltre che avvelenare il clima politico.

Adesso, però, siamo in ballo. Ognuno segue la musica a modo suo. Anzi, ognuno se la suona a modo suo. E’ probabile che si finirà a decidere tutti i passaggi ed i punti in discussione a colpi di votazioni. Tutte condite ed accompagnate da un mare di polemiche. Queste polemiche, del resto, già ci sono state e ancora ci sono.

Con la prima riunione della Giunta siamo solo agli inizi e, come si ripete da tempo, questa è una storia che non finirà in poco tempo. Se non intervengono fatti nuovi ed imponderabili, il 16 Ottobre prossimo dovrebbe scattare il termine ultimo entro cui Silvio Berlusconi dovrà decidere se scontare l’anno di carcere che gli resta ai domiciliari o in affido ai servizi sociali.

Lettura sentenza Cassazione

Lettura sentenza Cassazione

Il 19 Ottobre la Corte d’Appello di Milano, come disposto dalla Cassazione lo scorso 30 Luglio, dovrà conteggiare nuovamente e fissare la durata del periodo di interdizione dai pubblici uffici che potrà andare da uno a tre anni. Visto che precedentemente la Corte aveva fissato in cinque anni il termine é possibile che gliene diano tre.

Il ricorso presentato a Strasburgo finirà per cominciare ad essere esaminato nell’arco di tre, quattro mesi come di solito avviene di fronte alla Corte dei diritti dell’uomo che… non funziona come i tribunali italiani.

Giancarlo Infante