La Calabria si mobilità contro le mafie. Un gruppo di giovani mette in campo una radio che trasmetterà in tutta Europa, alternando giornalismo d’inchiesta a giornalismo partecipato

La Calabria si mobilità contro le mafie. Un gruppo di giovani mette in campo una radio che trasmetterà in tutta Europa, alternando giornalismo d’inchiesta a giornalismo partecipato

La lotta contro le mafie e, in genere, contro i sodalizi malavitosi che trovano spazio nel nostro territorio ha rappresentato da sempre uno dei maggiori problemi che hanno tormentato, e come i fatti dimostrano, ancora tormentano, la vita italiana. Ad estirpare il problema ci aveva provato, adottando una serie di misure repressive, il regime fascista. Come non ricordare l’avvento del prefetto Mori che produsse immediati effetti, salvo, poi, essere vanificati grazie all’intreccio esistente tra clan mafiosi e potere politico?

Ci hanno provato, poi, con scarsa fortuna, i governi succedutisi alla guida del Paese. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. I provvedimenti presi non hanno sortito i loro effetti naufragando o sotto il piombo dei criminali o a causa anche un’assenza delle Istituzioni.

Ora, in Calabria, ci riprova un’iniziativa dei ragazzi dell’Osservatorio sull’ndrangheta, guidati da Claudio La Camera. Hanno dato vita ad una stazione radiofonica che trasmette in tutta Europa e che darà voce a chi si oppone alla criminalità raccontando ii soprusi quotidiani delle organizzazioni mafiose dal genere e facendo parlare proprio le vittime.

L’iniziativa, la prima del genere, è stata finanziata dall’Agenzia Nazionale Giovani nel quadro del programma “Gioventù in azione”, ed ha già trovato molti consensi. Voci in proposito arrivano dal Palazzo di Giustizia di Reggio Calabria dove procuratore capo della Repubblica Federico Cafiero de Rao, ha subito dichiarato: “ La Calabria ha bisogno di essere raccontata per come sono le cose. C’è tanta necessità che l’Italia sappia che la Calabria ne fa parte e viceversa”.
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E’ sempre De Rao a tracciare le linee entro le quali si dovrà muovere la trasmissione. “In questi primi mesi di lavoro – ha spiegato – in questa città ho potuto ascoltare le voci della gente che vorrebbe una Reggio diversa. Bisogna , però, dire che se la ‘ndrangheta è la peggiore componente di questa terra mentre c’è anche una borghesia che continua a fare affari con i malavitosi. Il vero male sono i professionisti a disposizione delle cosche”.

Le trasmissioni della radio “Nessuno dorma”, questo il nome scelto, alterneranno giornalismo d’inchiesta e giornalismo partecipato alle trasmissioni prettamente musicali, sfruttando le esperienze dei ragazzi, selezionati in dieci comuni della provincia di Reggio. Il progetto che si concluderà i prossimo maggio, in concomitanza con lo svolgimento della settimana Europea della gioventù, si avvarrà anche degli studi fatti sull’argomento dalla fondazione “Casa Memoria” di Peppino e Felicia Impastato Cinisi e dalla Radio “100 passi di Palermo.”

Enrico Barone