Il Gran Premio d’Italia 2013 è alle porte. Probabilmente decisivo per le sorti del Mondiale. Sebastian Vettel, nel caso domenica 8 settembre 2013 riuscisse a conquistare il suo terzo successo sulla pista brianzola (cosa tutt’altro che improbabile), prenderebbe il largo nella Classifica Piloti grazie al suo attuale margine di 46 punti su Fernando Alonso, il diretto inseguitore. Il tedesco ha anche la possibilità di sfruttare il clima che serpeggia in casa Ferrari per prendere il largo: le voci di mercato sempre più insistenti di un riavvicinamento tra il team italiano e il finlandese Kimi Raikkonen, attualmente quarto in classifica generale, non possono essere altro che deleterie nel rapporto già incrinato tra Alonso, deluso delle prestazioni degli ultimi quattro anni, e la sua attuale squadra di appartenenza. Aggiungiamo anche Hamilton e la Mercedes, che, in netta crescita, si prospettano come minaccia sempre più concreta, e avremo le premesse per un Gran Premio d’Italia forse ben più che esplosivo.
Un anno molto più festoso fu 1975, quando Niki Lauda domenica 7 settembre conquistò con il terzo posto a Monza il suo primo titolo mondiale su Ferrari davanti a un tripudio di spettatori esultanti anche per la vittoria in quella stessa gara dell’altra “rossa” di Clay Regazzoni, svizzero ben più simpatico e
Da non dimenticare l’edizione dell’anno successivo, con un Lauda protagonista di un’impresa eroica terminando la gara in quarta posizione e conquistando tre punti preziosi sul suo rivale James Hunt, ritiratosi per un’uscita di pista all’undicesimo giro, quarantadue giorni dopo il famoso incidente sul circuito del Nurburgring. Lauda il Germania sarebbe sicuramente morto carbonizzato se non fosse stato salvato dai colleghi Arturo Merzario, Harald Ertl, Brett Lunger e Guy Edwards che lo strapparono dalla vettura in fiamme.
Solo poco più di un mese dopo, pur essendo stato per giorni in pericolo di vita in ospedale, Lauda volle
Un’altra edizione degna di menzione fu nel 1979, dove la Ferrari vinse ancora una volta i titoli Piloti e
Bisogna ricordarsi anche dell’edizione 2000, nella quale Michael Schumacher, allora alla Ferrari, riuscì a fermare la fuga del finlandese Mika Hakkinen. Una strepitosa vittoria che sbaragliò tutti i pronostici, sfavorevoli nei confronti del tedesco, e risollevando così una difficilissima situazione non solo sportiva, ma anche professionale: il pilota tedesco era infatti caduto in depressione dopo il famoso sorpasso da record subìto a opera di Hakkinen all’Eau Rogue di Spa-Francorchamps, col quale persino il pubblico tedesco cominciò a dubitare della
E’ interessante notare che la Ferrari è stata la maggiore protagonista di molti dei più grandi eventi occorsi a Monza, ma non quella assoluta. Come non dimenticare infatti il 1950, con il trionfo Alfa Romeo-Nino Farina che consacrò quest’ultimo come primo campione del mondo di F1 della storia, nonché la prima gara dove la Ferrari finalmente si mostrò competitiva, cogliendo con Alberto Ascari un’insperata seconda posizione in griglia di partenza. Avrebbe potuto esser una clamorosa vittoria se il
Il 1978 va invece tristemente ricordato come l’anno della morte di Ronnie Peterson, pilota della Lotus ucciso in un incidente al via in cui rimase coinvolto anche l’italiano Vittorio Brambilla. Brambilla se la cavò con una seria frattura al cranio che lo costrinse all’inattività fino alla corsa monzese dell’anno successivo.
Del circuito poco è cambiato dagli anni Venti ai nostri giorni, se escludiamo l’inserimento di alcune chicane e varianti per ovvie ragioni di sicurezza o la chiusura dell’anello d’alta velocità che tanto addolorò la tifoseria di fine anni sessanta. L’anello alta velocità, nato con il resto della pista nel 1922, demolito nel 1939, ricostruito nel 1955 e utilizzato non con continuità nelle competizioni di Formula 1, fu definitivamente chiuso per motizi di sicurezza strettamente connessi alle grandi potenze raggiunte dalle
Sia nella forma che nello spirito, l’Autodromo di Monza resta quel magnifico tempio della velocità che ha accompagnato l’immaginario italiano fin dal primo dopoguerra, un qualcosa che ha resistito anche alle critiche dei detrattori delle corse automobilistiche, accusandolo di essere un tracciato con un negativo impatto ambientale o troppo pericoloso per la sua anzianità, “sopravvivendo” al Secondo Conflitto Mondiale, i cui bombardamenti provocarono gravi danni alla struttura stessa.
Anche se molte piste del passato sono state abbandonate o, come Silverstone, sono state
Con queste premesse, domenica 8 settembre ci possiamo aspettare un bellissimo Gran Premio d’Italia domenica, in una pista per così dire “sospesa nel tempo”, nella ineguagliabile cornice di uno dei più straordinari Parchi d’Europa che con i Giardini della Villa Reale costituisce un complesso di inestimabile valore paesaggistico, storico, monumentale e architettonico.
Simone Pacifici