Il piccolo cabotaggio nelle attività marittime rappresenta un settore di nicchia importante e molto delicato. Ad esso infatti fanno capo tutti i piccoli operatori che si occupano di trasporto fluviali di merci. E’ attività particolarmente diffusa nell’Europa settentrionale, data la presenza di numerose vie d’acqua adibite al traffico fluviale. Un settore importante per la sua capacità di trasporto che in Europa rappresenta circa 1.8 miliardi di tonnellate di spostamenti.
Una presenza, tuttavia, che in Italia è ridotta. Un settore, almeno stando ad uno studio dell’analista olandese Doze Nienhuis, che analogamente ad altri comparti sta attraversando un momento di crisi. Ed è il presidente di Assigenti, Gian Enzo Duci, a provare a mettere a fuoco il problema. ”Gli armatori di piccolo cabotaggio – spiega- sono quelli che più degli altri avvertono la crisi, perché i costi non scendono in maniera proporzionale alla dimensione delle navi, mentre i noli sono bassi”.
Dal punto di vista dei noli, il rapporto di Bloem Doze Nienhuis sottolinea che «il periodo 2011-2013 mostra più o meno la stessa volatilità dei precedenti anni 2008-2010, ma questa ha più o meno un andamento stagionale. I livelli minimi di nolo in time charter sembra avere un punto minimo, che
Questa situazione è destinata a durare ancora per qualche anno, nonostante che gli ordini abbiano già avuto una forte contrazione. «Al principio del 2013 – scrivono ancora gli autori del documento, Rabia Genç e Johan Wagelaar – il rapporto fra la flotta esistente e quella in costruzione per i piccoli mercantili di proprietà di armatori dei 27 paesi dell’Unione europea è del 2 per cento. Cioè 1.346 unità per 3,1 milioni dwt di capacità. Gli ordini sono 19, con una capacità di 70.000 dwt. la lista complessiva degli ordini ha toccato il massimo nel 2010 (0,54 milioni dwt) mentre la flotta ha raggiunto il picco nel 2013. Paragonando la flotta del 2013 con quella del 2005 si osserva un aumento del 24 per cento».
Veronica Gabbuti