La crisi siriana e le compagnie aeree Rischi per i voli. Aumenta il costo del petrolio

La crisi siriana e le compagnie aeree  Rischi per i voli. Aumenta il costo del petrolio

La crisi siriana sta influendo già pesantemente, anche senza che sia stata ancora data voce alle armi, sulle compagnie aeree. Queste, tra cui la Emirates, la più grande compagnia aerea del mondo per traffico passeggeri internazionale, ed una basata più vicina all’epicentro della disputa in corso, hanno il problema più immediato che è quello di dover far volare i propri aerei attraverso o vicino lo spazio aereo siriano.

Ciò vale in particolare per i principali flussi di traffico che dal Medio Oriente, compresi quelli proveniente da e per l’estremo Oriente, collegano con i principali aeroporti europei.

Un eventuale, sempre più probabile intervento militare in Siria, così, comporterà un re-instradamento dei voli e, mentre tutto sembra attualmente rimanere nella normalità, ogni compagnia è impegnata a studiare le alternative che, eventualmente, dovessero rendersi necessarie da introdurre per continuare ad assicurare l’esercizio sulle loro tratte tradizionali.

Le compagnie, inoltre, stanno valutando la nuova situazione che si potrebbe determinare se a livello internazionale si decidesse di creare una “no-fly zone”, cosa destinata inevitabilmente a coinvolgere anche tutti i vettori delle compagnie commerciali.

In questo senso, ha fatto capire un portavoce, si starebbe muovendo anche la British Airways che sviluppa un importante volume di traffico sulle rotte mediorientali.
campo petrolio
Un altro aspetto che preoccupa è quello delle conseguenze del conflitto siriano sui costi del petrolio, già resi molto incerti dalle precedenti e crescenti tensioni nella regione.

Secondo alcuni esperti del settore, i passeggeri devono aspettarsi interruzioni dei voli nel caso scoppiasse un conflitto nell’area. Secondo loro questa considerazione nasce dalle esperienze del passato quando altre guerre o azioni militari nel Golfo hanno determinato l’interruzione o la modifica delle rotte aeree anche a causa delle ricadute sul prezzo del petrolio.

Il Brent é salito a 117 dollari al barile Mercoledì 28 Agosto segnando il livello più alto dallo scorso Febbraio per poi ridiscendere a 114 due giorni dopo.
rifornimento aereo
Gli analisti non escludono che il costo del barile possa schizzare all’insù anche di 30 dollari se il conflitto, estendendosi, finisse per determinare l’interruzione della fornitura da parte di altri, più importanti, esportatori di petrolio del Medio Oriente.

Non meraviglia così se le azioni delle compagnie aeree stanno perdendo colpi e valore su tutte le borse del mondo.

John Balcony