Nonostante la crisi economica mondiale il comparto delle crociere procede in decisa controtendenza. E’ uno studio dell’Istituto di ricerca britannico Ocean Skipping Consultants a rivelarlo. Nel 2015, secondo le stime dell’Istituto di ricerca, il numero di passeggeri che saliranno sulle navi da crociera potrebbe attestarsi sui 24 milioni contro i 21 fatti registrare sino ad oggi. Un incremento destinato a salire, tanto che gli esperti prevedono in dieci anni una crescita ulteriore del 7 per cento. Cifre da capogiro se si considera la capacità dell’intera flotta mondiale, anche tenendo conto dei futuri ordini.
Al momento, la parte del leone la farà ancora il Nord America in quanto a provenienza dei passeggeri e a numero degli operatori crocieristici, ma Asia, Europa e Oceania avranno un’importante crescita che si rifletterà soprattutto sugli investimenti nei porti, nella costruzione di nuove unità e nel settore delle riparazioni navali.
Il Mediterraneo resta poi, dopo i Caraibi, la seconda area delle crociere, mentre per quanto riguarda i porti il Nord America è leader con circa 10,74 milioni di passeggeri che si sono imbarcati nel 2012. Per quanto riguarda invece le costruzioni,
In Italia i dati relativi al traffico crocieristico continuano a crescere anche se questo tipo di mercato, al momento, deve fare i conti con due grandi punti interrogativi. Il primo è rappresentato dalla crisi economica che attanaglia da tempo l’intero continente europeo, mentre il secondo riguarda l’instabilità politica di Medio Oriente e Nord Africa con la situazione egiziana che in queste settimane appare come la più delicata.
Secondo il report 2012 presentato a Bruxelles da Cruise Lines International Association, l’Italia è al primo posto in Europa per il contributo del comparto crocieristico sull’economia, con un valore di 4,5 miliardi di euro, in crescita dello 0,2 per cento rispetto all’anno precedente. Le realtà che in questa classifica seguono il primato del nostro Paese sono Germania e Regno Unito, con un valore di 2,9 miliardi di euro ciascuno.
Enrico Barone