Gilmar è morto a San Paolo del Brasile, dove era nato 83 anni fa. E’ stato uno dei più grandi portieri del calcio mondiale, vincendo, nel 1958 in Svezia e nel 1962 in Cile, i primi due Campionati del mondo appannaggio del Brasile. Con all’epoca in palio la Coppa Jules Rimet, dal nome del francese ideatore nel 1930 appunto dei Campionati mondiali di calcio, destinata a chi si fosse aggiudicato tre tornei, anche non consecutivamente. Per inciso, la Coppa Rimet la conquistò proprio il Brasile nel 1970, battendo l’Italia per 4-1 nella finale di Città del Messico. Una Coppa che in quella finale sarebbe stata in ogni caso assegnata definitivamente, avendo vinto fino ad allora anche l’Italia due Campionati del Mondo.
Gylmar dos Santos Neves, meglio noto come Gilmar, era considerato in patria vera e propria leggenda. Se ne è andato per le conseguenze di un infarto che lo aveva colpito qualche giorno prima, a seguito del quale era stato ricoverato in gravi condizioni in ospedale. Ma le sue condizioni di salute da tempo non erano più buone, compromesse da un ictus avuto nel 2000.
Gilmar aveva 27 anni quando con la Selecao conobbe in Svezia il giovanissimo Edson Arantes do Nascimemento, detto Pelè, diciassettenne appena, che con le sue prodezze contribuì al successo dello squadrone verde-oro dei Garrincha-Didì-Vavà e Zagallo. Eccezionale squadra che incantò parte del mondo intero incollato agli ancora rari apparecchi tv che trasmettevano nelle case di chi poteva permetterselo la seconda “diretta” della storia del mondiale di calcio col trionfo del Brasile sulla Svezia per 5-2.
Conclusa la carriera negli stadi, Gilmar si era allontanato dal mondo del calcio per divenire imprenditore, tornando, tuttavia, 1983 ad occuparsi di calcio, invitato dalla Federazione del suo paese ad assumere la supervisione della nazionale maggiore. Ma il nuovo impegno calcistico durò soltanto un anno, poiché Gylmar dos Santos Neves preferì rientrare nel mondo dei suoi affari.
Luca Marco Massidda