Passato il Ferragosto, si riparte… dal caso Berlusconi che promette ai suoi: “Io resisto. Prepariamoci al meglio”

Passato il Ferragosto, si riparte…  dal caso Berlusconi che promette ai suoi:  “Io resisto. Prepariamoci al meglio”

Non sono arrivati i soliti, consueti acquazzoni del dopo Ferragosto e già riprende la polemica politica. Parlare di dibattito sarebbe troppo, visto che si riparte quasi solamente dallo stesso tema con cui pochi giorni fa si è chiusa la schermaglia tra i partiti: la vicenda Berlusconi.

Poi, a Rimini, è stato tagliato il nastro d’inaugurazione del consueto Meeting di Comunione e Liberazione. Oramai, però, più un grande proscenio che un luogo di elaborazione.

Così, il cronista politico, pur rimpiangendo il paio di giorni scarsi restato in panciolle, deve far finta di eccitarsi per questa o quella dichiarazione. Magari, anche solo per compiacere l’amico politico o il ministro di turno, dichiaratori di professione.

Berlusconi, chissà da dove, ha fatto una telefonata ad un gruppo di Forza Italia riunito sotto un gazebo a Bellaria, sulla riviera riminese.

La cosa, subito, ha fatto riempire le prime pagine dei giornali. “Farò sino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani. Andate avanti con coraggio, io resisto. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio”. Insomma la solita sua immancabile “verve”
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Queste le frasi, in realtà scontate e di circostanza, che da leader carismatico del Centro Destra non poteva certo far mancare a dei poveri cirenei che, invece di mettersi in costume da bagno, sotto il solleone in vista del mare, continuavano a chiedere firma per esprimere solidarietà proprio a lui.

Ovviamente, che lui resista, che non farà fare brutte figure e, soprattutto, il “prepariamoci al meglio”, hanno scatenato una ridda di speculazioni e di interpretazioni.

Berlusconi non chiederà la grazia! Non andrà ai domiciliari! Non andrà ai servizi sociali! Berlusconi farà cadere il Governo! Non si aspettava la risposta di Napolitano. Non ha gradito la chiusura del Pd ad ogni ipotesi di votare assieme al Pdl per far mancare la formale autorizzazione alla sua decadenza dal seggio di senatore.

Molto probabilmente Berlusconi non pensa niente di tutto ciò perché sa benissimo che la situazione è la stessa dello scorso 30 Luglio. Il giorno della conferma da parte della Cassazione della sentenza di condanna.

E’ la stessa del successivo 13 Agosto quando Giorgio Napolitano ha riproposto la questione negli stessi termini di due settimane prima: “Di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto”.
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In quella occasione tutto il Pdl, Berlusconi però tacque, quasi esultò dopo la dichiarazione del Colle.

“Il Giornale”, è pur sempre il quotidiano di famiglia, così titolò: “Il Colle lascia una porta aperta al Cav: ‘Non ho ricevuto la richiesta di grazia’. Il capo dello Stato: ‘La sentenza va rispettata’. Ma esclude il carcere e promette: ’In caso di richiesta di grazia valuterò’”.

Quindi, sempre da questo titolo e, soprattutto, dallo stato concreto degli atti, che si deve riparte dopo Ferragosto.

Nel frattempo, c’è da notare un altro titolo, sempre da “Il Giornale”, ma questo è fresco di giornata: “Non solo grazia: con la commutazione l’interdizione decadrebbe. La misura, prevista dall’articolo 87 della Costituzione, trasformerebbe la pena in una sanzione pecuniaria”.
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Il quotidiano di Paolo Berlusconi è prodigo di ulteriori dettagli: “Come avvenuto nel dicembre 2012 per il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti, la cui condanna a quattordici mesi di reclusione era stata commutata in una sanzione pecuniaria da 15.532 euro. L’atto di clemenza, come ha ricordato lo stesso Napolitano, deve essere richiesto dal condannato. Per l’avvocato Raffaele Della Valle, ex parlamentare di Forza Italia, “se il capo dello Stato commutasse la pena, l’interdizione decadrebbe” e “non diventerebbe operativa neppure la legge Severino”.

Può, dunque, questa essere la strategia che Berlusconi sta studiando con i suoi avvocati? E, in questo senso, possono essere capite, nell’ambito di una strategia molto più collaborativa di quanto non fanno pensare le dichiarazioni dei suoi più scatenati sostenitori, le sibilline frasi dell’ex ministro Rotondi sul fatto che Berlusconi ha già pronto il nome del proprio successore?

In fondo, è già stato detto: Berlusconi come Grillo. Anzi, più di Grillo. Non ha bisogno né di restare in Parlamento né di portare le stellette sul colletto per guidare la rediviva Forza Italia.

Sempre per abbondare con citazioni di articoli presenti su “IL Giornale”, é quello che ricorda un certo Giuliano Ferrara. Lui sa sempre bene come la pensi il Cavaliere senatore:”Berlusconi è un leader anche senza seggio”.

Giancarlo Infante