Ancora scontri e morti in Egitto Svolta: sostegno del Re saudita al governo che vuole sciogliere Fratellanza Musulmana

Ancora scontri e morti in Egitto  Svolta: sostegno del Re saudita al governo  che vuole sciogliere Fratellanza Musulmana

Secondo voci ricorrenti con insistenza al Cairo, il Primo ministro egiziano Hazem el-Beblawi starebbe per promulgare la legge per lo scioglimento della Fratellanza Musulmana. Alla decisione, che sarebbe destinata ad avere importanti ripercussioni sugli sviluppi della crisi egiziana e sui rapporti dell’attuale governo Egiziano con molti paesi stranieri, si sarebbe giunti dopo la il terribile “Venerdì della collera”, del 16 Agosto, nel corso del quale si è consumata una vera e propria strage.

Anche nelle ore successive, non sono mancati scontri e violenze che, fanno aggiungere almeno altre 180 nuove vittime al già lungo elenco di morti che, come al solito, raggiunge cifre diverse a seconda che la fonte sia governativa o della Fratellanza Musulmana.

Hazem el-Beblawi registra, però, a suo favore un sostegno molto importante che potrebbe significare un vero punto di svolta di tutta la crisi egiziana, spostando definitivamente a favore del governo e dei militari il sostegno dei più importanti paesi arabi e musulmani del mondo intero. Il Re dell’Arabia Saudita, Re Abdullah bin Abdulaziz Al Saud , infatti, è intervento in prima persona per sostenere l’azione delle autorità del Cairo contro “il terrorismo e la disinformazione”.
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Questo intervento crea, adesso, non pochi problemi anche alla diplomazia degli Usa e di molti paesi europei.
La presa di posizione del sovrano saudita spiega, finalmente, il silenzio tenuto nei giorni scorsi dai gruppi salafiti del nord Africa.

I salafinti hanno approfittato delle rivolte della cosiddetta “primavera araba” per organizzarsi anche dove, fino a poco tempo fa, non erano presenti. Si tratta dei rappresentanti dell’islamismo più ortodosso ed intransigente. Vera e propria “longa manus” dell’Arabia Saudita in paesi come l’Egitto, dove in un primo momento si erano schierati più con Morsi e la Fratellanza Musulmana piuttosto che a sostegno dei militari e dei gruppi liberali.

I salafiti nel corso degli anni hanno, di fatto, sostituito quali rappresentanti dei sauditi i Fratelli musulmani che, per decenni, sono stati considerati i più diretti rappresentanti delle autorità wahabite saudite.

Si tratta ora di vedere quanto la dichiarazione del Re saudita non finisca, persino, per avere anche una consistente influenza su tutti gli schieramenti del mondo arabo presente sul sponde del Mediterraneo e, quindi, sul processo di pace che gli Usa stanno cercando di portare a compimento tra Israele ed Autorità palestinese. Alla luce del fatto che organizzazioni come Hamas, dominante nella striscia di Gaza, non possono non tenere conto del mutamento degli equilibri in Egitto e nell’intera regione.
cairo ferito curato
La Fratellanza, fondata nel 1928 a Ismailia da Hassan el-Banna, era già stata sciolta nel 1954 dal colonnello Nasser ed era ritornata ad operare alla luce del sole, anche attraverso il partito ”Libertà e Giustizia”, solo dopo la defenestrazione di Hosni Mubarak. Anch’essa, o meglio i pochi leader con non sono stati arrestai o messi a tacere nelle ultime ore, deve ora valutare come reagire al nuovo scenario determinato dall’intervento del re Abdullah bin Abdulaziz Al Saud.

Intanto, nelle piazze delle città egiziane, continuano gli scontri con le forze di sicurezza. Come accaduto al Cairo nei pressi della Moschea Fateh e vicino Piazza Ramses, dove si è sparato a lungo. Alcune agenzie di stampa hanno riferito che la sparatoria sarebbe stata innescata dall’intervento della polizia decisa a farsi strada verso la moschea Fateh.

Centinaia di persone che si trovavano all’interno si sono rifiutate di uscire sostenendo di aver paura dei gruppi paramilitari mischiati alle forze ufficiali governative.

L’agenzia di notizie AFP ha detto che le forze di polizia ed i militari hanno sparato raffiche d’arma pesante contro l’edificio prima di entrare nella moschea da cui sono stati poi fatti uscire gli occupanti con la forza. Altre fonti, invece, parlano di ulteriori sparatorie udite provenire dall’interno dal luogo di culto.
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Adesso, comunque, si affrontano le ore cruciali della crisi sul piano politico. Il movimento della Fratellanza Musulmana è di fronte alla drammatica scelta di accettare la sconfitta, sia politica sia nella piazza, oppure di continuare la battaglia in completa solitudine. Soprattutto, con poche armi contro un esercito ben organizzato, almeno per reprimere rivolte interne e con un popolo che, dopo quasi due anni di “primavere arabe” forse finirà per scegliere per un po’ di pace.

Giancarlo Infante