Portato in gita da imprudenti genitori: colpito a 8 mesi da malore in alta montagna muore a Torino nonostante tempestive cure

Bimbo di 8 mesi muore a Torino dopo un malore che lo avevo colpito in un rifugio a quota 3200 metri in Val d’Aosta. Il piccolo era stato portato in gita dai genitori e la famigliola si trovava al rifugio degli Angeli, in Valgrisenche, per pernottare. Il bimbo dormiva in un sacco a pelo quando è stato colto da gravi problemi di respirazione. Il 118 è intervenuto in poco tempo con l’elicottero e il medico è riuscito in un primo momento a rianimarlo e a trasportarlo all’ospedale di Aosta. Le sue condizioni sono subito apparse molto gravi, tanto che è stato deciso di trasferirlo al Regina Margherita di Torino. Ma nonostante le cure, al quarto arresto cardiocircolatorio il bambino è morto.

La dottoressa Alessandra Conio, del reparto di Rianimazione del Regina Margherita, che ha seguito il caso, ritiene si sia trattato di un caso di morte improvvisa di lattante. “Il bambino – ha detto la dottoressa – è arrivato già in stato di coma gravissimo, con un’insufficienza cardiaca molto grave ed è morto nonostante tutti tentativi che abbiamo fatto per rianimarlo. Non sembra avesse problemi congeniti. Era apparentemente sano”. Secondo LA dottoressa Conio, portare un bimbo così piccolo a un’altitudine di 3 mila metri “si può dire che sia stata un’imprudenza, ma non la causa del decesso”.

“L’altitudine può essere un fattore di rischio nel primo anno di vita di un neonato”, spiegano Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), e Francesco Romeo, direttore della Cardiologia dell’università Tor Vergata di Roma, nel commentare il decesso. Corsello avverte: “Ad alte quote c’è una mancanza d’ossigeno importante, che certamente non è la condizione idonea per un neonato al primo anno di vita. L’altitudine è inoltre un fattore di rischio che può provocare delle crisi di ipossia, la carenza di ossigeno nell’intero organismo”.

Un consiglio condiviso anche dal cardiologo, che aggiunge: “Un bambino di 8 mesi a 3.200 metri non respira bene. Ma questa – precisa Romeo – potrebbe essere una morte improvvisa, se si e’ verificata entro un’ora dall’inizio dei sintomi di un’aritmia ventricolare”. “Molto probabilmente – aggiunge lo specialista – il piccolo aveva una malattia aritmogena del ventricolo, e l’altitudine puo’ avere innescato una canalopatia del cuore. Questi disturbi sono associati a episodi sincopali che spesso conducono ad arresto cardiaco e morte improvvisa, generalmente in soggetti giovani e apparentemente in buona salute”.

L’autopsia del piccolo dirà, comunque, l’ultima parola.

Martina Angelone