Caro Sindaco Ignazio Maria Marino,
è Ferragosto, Auguri! A Lei e a tutta la sua Giunta. Approfittiamo del giorno di ferie più antico della storia per alcune riflessioni riparati da un ombrellone sulla spiaggia di un Lido di Ostia affollato si, ma non come nei “tempi migliori”. Mobilità e cura del Ferro, caro Sindaco, due bei concetti che interessano assai i romani e quanti, per necessità o per svago, frequentano i numerosi quartieri della Capitale.
Concetti da Lei espressi con martellante vigore nel corso della campagna elettorale che l’ha portata, seppur tra troppe defezioni nella cospicua truppa allo sbando dei votanti, sulla plancia di comando di Roma Capitale.
E sulla “cura del ferro” che ci piacerebbe sentire le sue vere intenzioni, soprattutto sulla reale fattibilità di progetti e desideri. Sempre in questi giorni ci siamo non poco allarmati alla notizia del forzato stop dei lavori della linea C della metropolitana. Uno stop che ha visto nientedimeno in campo che gli importanti imprenditori assegnatari dei lavori che son riusciti a portar al loro fianco gli operai, scavalcando persino i fino ad ora ultra potenti sindacati di sinistra.
Ma la “cura del ferro” non è solo Metro, ci mancherebbe. E’ soprattutto tram, treni e pure filobus, sebbene di ferro ci sembra che questi ultimi abbiano solo le aste, un tempo “Trolley”, per captar corrente dai fibilari aerei, dove, naturalmente, la Soprintendenza lo permette, dimenticando che fino a alla metà degli anni ’60 tutto il centro di Roma, e non solo, era costellato di fili per l’alimentazione elettrica. I cui “tiranti” sono per di più ancora in bella mostra sulle pareti dei palazzi, anche storici.
Tornando indietro nel tempo, non di tanto, nel 2010, vediamo cosa il suo predecessore Gianni Alemanno annunciava
Dopo l’annuncio dell’avvio dei lavori per il prolungamento del tram 8, visto l’esito favorevole del sondaggio on line (Effettivamente realizzato ma per soli 450 metri fino a piazza Venezia e non alla Stazione Termini lungo via Nazionale come da anni strombazzato sin dai tempi di Rutelli e Veltroni, n.d.r.) Tabacchiera annunciò le altre numerose novità:
Su quest’ultimo progetto, in realtà, ne Alemanno ne Tabacchiera voller esser più precisi. Anzi, quando Tabacchiera stava accennando qualcosa sul tram della Colombo Alemanno lo stoppò con queste parole: “per ora basta cosi”. Il progetto, comunque, si seppe che prevedeva binari paralleli alla Colombo e poi sull’autostrada Roma-Fiumicino, con fermate sotterranee nel tratto urbano e a livello stradale per tutto il resto della linea. E’avrebbe dovuto, stando alle indicazioni, interamente esser finanziata dai privati ai quali venne l’idea. Di chi si trattasse, non si è mai saputo.
Caro Sindaco Marino, qualche documento di tanti bei progetti, probabilmente pure pagati a caro prezzo, dovrebbe pur trovarsi in qualche cassetto di un ufficio Atac o del Comune. O già li ha avuti? In ogni caso chieda pure delle linee tranviare progettate e che avrebbero dovute essere pronte già per il Giubileo del 2000, con la 1 (ebbe già il numero!) dal percorso Termini-Nazionale-Venezia-Corso Vittorio-San Pietro-Gregorio VII- piazza Giureconsulti,
Farà davvero qualcosa subito, caro Sindaco Marino? Non vorrà mica finir come l’Alemanno delle appena passate elezioni, o come il Rutelli “post Veltroni” che ebbe l’ardire di riproporsi a Sindaco dopo quasi 9 anni da dimenticare e sconfitto nel 2008 proprio da Alemanno? Non lo crediamo proprio. Consideri perciò Roma alla stregua di una paziente su cui è impegnato d’urgenza in un delicato intervento “a cuore aperto” e con circolazione, é proprio il caso di dire, extra corporea. Poi, con adeguate cure in “terapia intensiva” la “paziente” potrebbe anche superar la crisi e sopravvivere.
Enrico Massidda