La squadra di Ignazio Marino a Tivoli per lavorare senza contrasti e contare i pali…

La squadra di Ignazio Marino a Tivoli  per lavorare senza contrasti e contare i pali…

Tutti a Bagni di Tivoli. Ognuno, però, si paga di tasca propria la permanenza dal costo di 170 euro. Come facevano a dire di no? Si tratta della “squadra” che guiderà Roma, affiancando il neo sindaco Ignazio Maria Marino. E’ proprio vero, a sentirne i resoconti. Ha ragione chi ha detto che l’aspirazione è quella di essere proprio come dei perfetti boy scout.

Sembra di tornare a tempi lontani, quando fervevano le riunioni, al limite della seduta di psicanalisi, nei gruppi giovanili che sorgevano spontanei, soprattutto attorno alle parrocchie, ma non solo, nei periodi successivi al ’68. Peccato che Roma ha bisogno di decisioni di Giunta e non di corsi di psicanalisi.

Ma se Ignazio Marino ha voluto organizzare questa cosa per gli assessori ed i consiglieri della sua maggioranza capitolina, avrà pure le sue ragioni. Intanto, si è fatto una grande pubblicità la società “Impact” organizzatrice ufficiale, presso il Grand Hotel Duca d’Este, delle attività di “team building”. In italiano vorrebbe dire “fare squadra”, ma come al solito l’inglese è più accattivante!

MarioI paroloni, del resto, si sprecano a iosa: “lavorare senza contrasti”, e ci mancherebbe altro! chiosiamo noi. Per «una Roma che funzioni, concentrata non sull’interesse individuale della classe dirigente ma su quello collettivo dei cittadini». «Imparare a risolvere i problemi in team con risorse scarse e con tempi contingentati, basandosi solo sulle differenze e le competenze di ciascuno, sapendo ascoltare e puntando al bene comune».

A noi quelle “risorse scarse” ci preoccupano non poco! Il tempo contingentato, un po’ meno! In ogni caso, il presidente della società “Impact”, Mario Gianandrea, spiega al primo giornale della capitale, tutto st’ambaradan che, poi, si dovrebbe tradurre né più né meno nel fatto che si conoscono tra di loro persone impegnate sullo stesso fronte. Gli uffici del Comune ed il passaggio delle carte non bastavano?

Il signor Mario Gianandrea spiega che si tratta, “insomma dei vecchi insegnamenti di Baden Powell ma in chiave ‘marketing'”. Per noi è arabo, ma ci fidiamo! Il giornale della capitale, comunque fa subito sapere che “ dopo aver lasciato in camera le borse e scritto il proprio nome e cognome su un cartellino che hanno attaccato addosso (per il sindaco solo l’informale ‘Ignazio’), gli ospiti, qualcuno persino in bermuda, sono stati divisi in squadre e si sono cimentati in attività all’aperto come tenere in equilibrio una leggerissima bacchetta puntando sulla ponderazione della forza di ciascuno o dentro gli spazi dell’albergo come una caccia al tesoro”. Oh!, dubbio che ci assale, ma quelli in bermuda dove si sono attaccati il cartellino?

fare squadraAnche tutto il resto del resoconto meriterebbe di essere riportato integralmente: “Tra le domande previste dal questionario predisposto dalla società Impact, esperta di team building c’era quella che chiedeva di contare quanti fossero i pali che reggevano le bandiere nel parcheggio o determinare ‘il numero delle lampade in una piscina al centro del ristorante, o ancora scovare il cartello vietato fumare o una lanterna cinese. «Sta andando benissimo – ha commentato Marino intercettato durante la pausa pranzo -. L’obiettivo è quello di arrivare a credere l’uno nell’altro. Dopo ogni esercizio vengono esaminati gli errori comportamentali che abbiamo fatto nel raggiungere gli obiettivi. C’è un’analisi critica degli elementi positivi e negativi».

Certo, a son di contare i pali se non trovi la fiducia l’uno nell’altro è proprio un disastro. Ma fermiamoci quà che ci sarebbero, altrimenti, molte altre amenità di riferire.
Abbiamo capito già, abbastanza bene, che Roma può dormire sonni tranquilli!

Giancarlo Infante