Fabrizio Cicchitto “corregge” il Papa sui migranti: per l’esponente Pdl “un conto è predicare, un conto è

governare”. Dopo la visita di Papa Francesco a Lampeduso un intervento, che qualunque cosa nelle prossime ora se ne dirà, ha un aperto sapor di polemica. Cicchitto, da buon politico saldamente schierato, affronta dal proprio punto di vista il problema dell’immigrazione, definendolo “fenomeno difficile e insidioso, segnato dall’intervento di gruppi criminali per cui lo Stato non può abbassare la guardia”. Ma, chiediamo a Cicchitto: uno stato democratico e attento ai diritti dell’uomo come l’Italia non ha pure il diritto-dovere di considerare e affrontare gli aspetti umanitari e sociali del problema, pur prestando particolare attenzione con le “armi” in suo possesso a quei risvolti criminali che sempre si inseriscono e si annidano nei grandi movimenti dei flussi migratori che riguardano centinaia di migliaia, anzi milioni, di persone disperate in continua lotta per la sopravvivenza? Poi, il solito colpo al cerchio e poi alla botte, tipico del politico di lunga data quale è: a Lampedusa, dice Cicchitto, “il Pontefice ha sviluppato una riflessione di alto profilo su uno dei più grandi drammi del mondo contemporaneo, l’immigrazione”. Ma scusi Cicchitto, ci sorge ancora una volta l’amletico dubbio che anche in questa occasione la vera cosa importante è che si parli di Lei!

E a Fabrizio Cicchitto fa in un certo qual modo eco “l’alleato” leghista trentino Erminio Enzo Boso, che tuttavia va giù ben più duro dell’esponente pidiellino: “Sono contento se affonda un barcone – dice Boso – si, perché i migranti pagano le persone che giocano sulla pelle della gente. Non me ne frega niente di quello che ha fatto il Papa, anzi chiedo a lui soldi e terreni per mettere dentro gli extracomunitari che vengono”.

Red