Egitto: Mansour nomina il Premier ma poi ci ripensa. Proseguono i disordini con nuovi morti e feriti. I Fratelli Mussulmani non hanno intenzione di cedere fino a quando Morsi non sarà reintegrato

Egitto: Mansour nomina il Premier ma poi ci ripensa. Proseguono i disordini con nuovi morti e feriti. I Fratelli Mussulmani non hanno intenzione di cedere fino a quando Morsi non sarà reintegrato

L’Egitto sull’orlo della guerra civile. Il Premio Nobel El Baradei nominato dal Presidente “ad interim” Mansour come Premier provvisorio “ad interim”, ma i Fratelli Mussulmani non ci stanno e accusano: “E’uomo Usa”. E allora Mansour ci ripensa e fa marcia indietro. E la notte scorsa ancora scontri con altri morti e feriti. Le nuove vittime sarebbe per il momento oltre 30 e più di 200 i feriti. Sciolto il Parlamento dal Presidente “ad interim” Mansour dopo il “venerdì di rivolta” dei Fratelli Mussulmani la protesta continua a infuriare nelle strade e nelle piazze non solo de Il Cairo ma anche di moltre altre località del paese. Nella notte, il partito della Libertà e giustizia, braccio politico della Fratellanza, ha lanciato il suo appello: “Il partito resterà al fianco dei suoi membri e dei suoi simpatizzanti sulle piazze egiziane fin quando il presidente Morsi non sarà riabilitato alle sue funzioni. Il partito saluta i milioni di egiziani che si sono mobilitati in tutte le province d’Egitto per enormi manifestazioni pacifiche, per esprimere il loro rifiuto del brutale colpo di Stato militare e per il ritorno del presidente Mohamed Morsi alle sue funzioni costituzionali. Rispettate il carattere pacifico delle manifestazioni e non cedete alle violenze”. Ma il Premier Enrico Letta si è detto molto “angosciato” appunto per le continue violenze che non accennano a diminuire.

Nelle stesse ore la polizia ha arrestato Khairat al-Shater, numero due della Fratellanza Musulmana, per incitamento alla violenza. Dalla moschea di Nasr City, Shater aveva invitato gli autori del rovesciamento di Morsi a “essere ragionevoli”. Oggi la sfida si ripete. Il Fronte di salute nazionale ha lanciato, infatti, un contro-appello a manifestare per “difendere la rivoluzione del 30 giugno”. Gli attivisti della campagna Tamarod hanno invitato il popolo a scendere in strada in tutte le province “per difendere la vittoria del 30 giugno”, egitto101il giorno della manifestazione oceanica contro Morsi. Gli attivisti invitano il popolo a “stringersi intorno all’esercito contro i terroristi” perché i “Fratelli Musulmani e le loro milizie non esiteranno a trascinare l’esercito egiziano in una guerra civile per giustificare un intervento straniero”.

Di fronte allo scenario da guerra civile che si prospetta, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha messo in guardia gli egiziani dal ricorrere a vendette e dall’escludere partiti e comunità dalla vita politica, dopo il colpo di stato tecnico che ha deposto il presidente islamista Mohamed Morsi. Per superare in modo pacifico l’attuale congiuntura “non c’è posto per le rappresaglie o per l’esclusione di importanti partiti o comunità”, ha avvertito il numero uno del Palazzo di Vetro, citato dal portavoce dell’Onu, Farhan Haq.

I Fratelli Musulmani avevano promesso un venerdì di rivolta ed hanno mantenuto il loro impegno. In migliaia, al Cairo, avevano così preso di mira una caserma dove pensavano che fosse detenuto il loro Presidente Mohamed Morsi. Polizia ed esercito hanno risposto con spari e lancio di lacrimogeni. La folla alla fine si è dispersa lasciando sul terreno sei morti, poi saliti a 30, e numerosi feriti. Ed è salito anche il bilancio nei giorni scorsi. Secondo fonti questa volta ministeriali, i morti in tutto il paese sarebbero dei primi momenti dei disordini sarebbero stat 52 e i feriti oltre 2600.

Intanto, un altro corteo della Fratellanza musulmana ha scelto come obiettivo il Ministero della Difesa dove l’esercito aveva già provveduto a ripulire i dintorni di tutti i gruppi di sostenitori del deposto Governo. In realtà è tutta il Cairo, anzi tutto l’Egitto, a sobollire dopo il colpo di stato militare e l’insediamento di un esecutivo provvisorio destinato ad indire nuove elezioni.

caosAnche gli oppositori di Morsi, quelli che hanno plaudito all’intervento dell’esercito, si sono radunati un po’ dappertutto, tenendosi comunque a debita distanza dai gruppi avversari. Prima delle manifestazioni, l’Esercito egiziano aveva invitato tutti “all’unità ed alla riconciliazione” e a non trasformare la protesta in una minaccia “alla pace sociale, agli interessi nazionali e all’economia”. Ma Il Cairo è comunque presidiato praticamente in ogni suo angolo da un imponente dispiegamento di uomini delle Frze Armate e della Polizia. Lo spazio aereo della capitale è stato chiuso a più riprese. La giustifificazione dei Ministero della Difesa: “Esercitazioni militari per la sicurezza della nazione”.

La risposta, però, è consistita in manifestazioni di protesta, anche violenta, nelle principali altre città egiziane, come Alessandria, Suez, Assiut e Luxor.

Le Nazioni Unite hanno invitato l’Egitto a chiarire i motivi che hanno portato all’arresto dei leader dei Fratelli Musulmani. “E’ fondamentale che le autorità egiziane affrontino questo punto – ha detto l’alto commissario Onu per i diritti umani, Navi Pillay – e l’Egitto ha finora fallito nel tentativo di dare concretezza alle richeste dei suoi cittadini e nel costruire una società inclusiva e tollerante, basata sul rispetto dei diritti umani e sul primato della legge”. Dall’Unione Africana è giunta, invece, la notizia della “sospensione dell’Egitto da ogni attività” a seguito del rovesciamento di Morsi.

Red