Antartide: dal lago 4.000 metri sotto i ghiacci la prova che su altri pianeti può esserci la vita

Antartide: dal lago 4.000 metri sotto i ghiacci  la prova che su altri pianeti può esserci la vita

C’hanno messo quindici anni ma, alla fine, stanno raccogliendo i primi risultati. Le analisi delle carote di ghiaccio ottenute dal bacino del lago Vostok, il lago subglaciale dell’Antartide, dove gli scienziati russi hanno finito di trivellare nel 2012, hanno rivelato la presenza di DNA di circa 3.507 organismi. Mentre la maggior parte di loro sono risultati essere batteri non nuovi agli scienziati, altri si sono rivelati organismi monocellulari e pluricellulari meno noti se non, addirittura, sconosciuti.

Il lago Vostok si trova ni pressi della omonima base permanente ex sovietica e ora russa, nel cuore dell’ altopiano antartico, detto Plateau Antartico (78°28′S 106°48′E a quota 3 488 m), in una zona in cui la calotta glaciale raggiunge i 3700 m circa di spessore all’interno del territorio antartico australiano. Realizzata dai sovietici in occasione dell’Anno geofisico internazionale 1957 a 1 410 km dalla base Mirnyj, 1260 km dalla più prossima linea costiera, 1280 km dalla stazione Usa Amundsen-Scott del Polo Sud e 1 310 km dalla grande stazione americana di McMurdo, fu aperta il 16 dicembre 1957. Alla stazione Vostok, il 20 luglio 1983, è stata registrata la più bassa temteratura mai accertata sulla terra: 88,8 gradi centigradi sotto lo zero.

La diversità delle forme di vita presenti nel lago ha sorpreso gli scienziati visto che molti di loro pensavano che il lago non consentisse alcuna forma di vita a causa delle condizioni estreme che questo bacino d’acqua presenta.
Lago Vostok è uno dei 145 laghi subglaciali scoperti negli ultimi anni, nell’Antartide.
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E’ il più grande di essi ed è stato coperto dal ghiaccio per più di 15 milioni di anni. Ora è sepolto a 3.766 metri sotto la calotta polare ed è, pertanto, sottoposto ad enormi pressioni. Una situazione estrema, insomma, in cui era ragionevole trovare poche forme di vita. I campioni di ghiaccio prelevati hanno rivelato, al contrario, che il bacino brulica di vita.

Ciò consente di ritenere che forme di esistenza possano essere trovate in altri ambienti estremi, su altri pianeti. Una delle lune di Giove, Europa, ad esempio, è coperta da un vero e proprio guscio di ghiaccio il quale potrebbe nascondere un oceano liquido con la presenza di organismi viventi.

Gli scienziati hanno dovuto adottare tutta una serie di cautele per non inquinare le acque vergini di questo lago antartico. Nel corso di tutti questi anni il foro di perforazione è stato tenuto aperto con kerosene ed antigelo. A mano a mano che ci si avvicinava alla superficie del lago, si è cambiato sistema fino ad adottare trapani ad acqua calda. La campionatura è dovuta andare a rilento perché, a causa delle basse temperature, il sito è utilizzabile solo durante l’estate australe, da novembre a febbraio.

Il dottor Scott Rogers, biologo presso il “Bowling Green State University” dell’Ohio ha sottoposto all’analisi del DNA il materiale biologico trovato nelle carote di ghiaccio del Vostok. “Abbiamo trovato- ha dichiarato- una situazione molto più complessa di quanto si pensasse. Essa mostra davvero la tenacia della vita e di come gli organismi possono sopravvivere in luoghi dove fino ad una ventina di anni fa pensavamo che nulla potesse sopravvivere. I limiti di ciò che è vivibile e ciò che non lo é stanno cambiando”.
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Il lago Vostok ha oltre 250 km di lunghezza e 40 km di larghezza. Copre una superficie di oltre 6.000 chilometri quadrati sotto la calotta antartica.

Tra i batteri trovati nei campioni riportati in superficie ci sono quelli comunemente presenti nei sistemi digestivi di pesci, crostacei e vermi anellidi e ciò avvalora la prospettiva che ci potrebbero essere forme di vita più complesse nel lago. Isolate dal resto del mondo, con 15 milioni di anni di vita alle spalle, alcune delle sequenze di DNA raccolte sono risultate essere di un valore unico per la scienza e possono appartenere a nuove specie evolute nel profondo.

Sulla rivista “PLoS One”, il dottor Rogers ei suoi colleghi hanno sostenuto che le analisi suggeriscono la possibilità dell’esistenza di una realtà “complessa” nel lago Vostok. “Le sequenze indicano la presenza di organismi acquatici provenienti da ambienti marini. Inoltre, un’altra parte importante delle sequenze provengono da organismi viventi in simbiosi con animali e / o piante. Più di 35 milioni di anni fa, il lago Vostok è stato aperto all’atmosfera. Era circondato da un ecosistema forestale.
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A quel tempo, il lago, che avrebbe potuto essere una baia marina, probabilmente conteneva un’articolata e complessa rete di organismi. Non più tardi di 15 milioni anni fa, porzioni del lago erano prive di ghiaccio e vari organismi sono finiti probabilmente depositati nelle acque del bacino. Il lago sembra aver mantenuto una comunità sorprendentemente eterogenea di organismi. Questi possono essersi lentamente adattati alle condizioni variabili del lago Vostok durante gli ultimi 15-35.000.000 di anni come ambiente trasformatosi da sistema terrestre in uno subglaciale.”

Enrico Massidda