L’Italia “scopre” che paga più tasse In aumento rispetto ad altri paesi europei Chi deve intervenire lancia tanti allarmi!

L’Italia “scopre” che paga più tasse  In aumento  rispetto ad altri paesi europei  Chi deve intervenire lancia tanti allarmi!

L’Italia, in pieno periodo di Giro d’Italia e Tour di Francia, sta scalando la classifica dei paesi europei con le tasse più alte. Non è certo una novità. Anzi, il grido d’allarme lo sentiamo lanciare da anni, se non da decenni. Il dramma è che sembra che nessuno stia facendo niente per invertire la tendenza.

La Banca d’Italia ha presentato i suoi bei diagrammini, pure questa volta. Da questi vediamo che, noialtri, passando dal 42,6 del 2011 al 44% del 2012, abbiamo superato anche la Finlandia. Peccato che il Paese scandinavo offra ben altra qualità di servizi e faccia ben altri investimenti nel campo dell’innovazione, dello studio e della ricerca.

Detto fra di noi, parlare di un dato, per quanto importante, ed astrarlo dal resto del contesto economico e sociale di un Paese rischia di essere solo un’inane e sterile esercitazione statistica. Ben preparata, ma a che serve? Solo a continuare a piangerci addosso. Che informazione forniamo se a questo dato non aggiungiamo che, a fronte di più alte tassazioni di noi, i belgi ed i francesi, per esempio, ottengono in cambio servizi migliori, hanno minor debito pubblico, e via discorrendo. Vivono meglio, insomma.
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Noi, invece, restiamo tra i più tassati e, intanto, abbiamo un debito pubblico spaventoso, mancano le infrastrutture, non investiamo in ricerca, innovazione ed istruzione, riduciamo le pensioni dei poveracci, perdiamo occupazione, abbiamo la fuga dei cervelli. E taciamo sulle condizioni del Sud, per carità di Patria!

Cominciano, persino, a guardarci con un po’ di sussiego gli immigrati che non emigrano più come una volta verso le nostre spiagge.

E’ davvero strano! Se si riesce ad osservare il Paese con un certo distacco, si resta proprio colpiti da come più cresce il pericolo paventato e più, coloro che votiamo e paghiamo perché dovrebbero affrontarlo, almeno per contenerlo, lo denunciano e basta. Anzi, alzano pure la voce con intonazione drammatica, ma, nei fatti, non riescono o non vogliono o non sono capaci ad impostare una strategia per contrastarlo.

Così, il governo di Silvio Berlusconi, l’esecutivo nato, per eccellenza, per abbassare le tasse, è uscito di scena potendo vantare un innalzamento del prelievo complessivo. Il Governo Monti non è stato da meno. Eppure, era partito seguendo i canoni di un “liberalismo” classico che avrebbe dovuto far prevedere meno spesa pubblica e, quindi, va da se, meno tasse.

Si vede, dunque, che nel nostro Paese tutto va alla rovescia e quello che doveva essere il governo più “liberale”, inteso in senso economicista del termine, non ha fatto altro che contribuire all’inasprimento fiscale effettivo.
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Dal governo di Enrico Letta cosa dobbiamo aspettarci? Se vogliamo rimanere serenamente realisti, preparati al futuro e con i piedi per terra, non possiamo che azzardare una sola risposta: niente! Aumenterà le tasse anche questo? Crediamo nella Divina Provvidenza per cui resta il punto interrogativo.

Del resto, per ragioni soprattutto politiche ed ideologiche, un vasto schieramento di opinione pubblica e di eletti in Parlamento vuole sopprimere l’Imu ed impedire l’aumento dell’Iva. C’è da pagare le imprese per tutti gli arretrati vantati dalla Pubblica Amministrazione. Da quando c’é l’Euro, non possiamo più svalutare a nostro piacimento, né i soldi non li possiamo più stampare nottetempo?

Come si fa ad alleviare, allora, il carico fiscale? Nessuno, sembra, voglia fare l’unica cosa che andrebbe fatta: modificare i criteri su cui si basa le spesa pubblica. Oltre 800 miliardi di euro l’anno. La situazione è così incancrenita che non si riescono a trovare gli 8 miliardi, circa l’uno per cento del bilancio dello Stato, rappresentato grosso modo da Imu prima casa ed aumento dell’Iva.

Siamo messi proprio male, si direbbe se questi fossero i conti di una famiglia. Il fatto è che su quegli 800 miliardi finiamo per gravare tutti quanti noi italiani. Chi molto. In alcuni casi, si può dire tranquillamente in troppi, scandalosi casi. Chi poco, come è il caso di piccoli pensionati, disabili, giovani e disoccupati.

E’ giusto pensare a commissioni speciali per le leggi costituzionali visto che qualcuno si è messo in testa di cambiare la Carta a tutti i costi. Lì si anniderebbero tutti i mali dell’Italia moderna. Un’Italia che, invece, per crescere, secondo altri, avrebbe solo la necessità di modificare la legge elettorale.

Insomma, un sacco di amenità, una dietro l’altra, da cui non sanno distaccarsi quasi tutti i mille eletti che pensiamo bene di mandare a Senato e Camera dei Deputati.
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Perché, invece, non fare una bella Commissione speciale sulla spesa pubblica? Perché non l’affidiamo, con poteri speciali, all’ex Ministro Piero Giarda. Il quale, non si sa perché, è stato escluso dal nuovo esecutivo dopo essere stato chiamato da Monti a fare il “Salvatore della Patria”.

Un proclama dalla durata di poche settimane. Poi, forse perché il Ministro Giarda è serio, troppo serio per questo Paese, é stato messo a rispondere solamente a spesso inutili interrogazioni parlamentari. Del suo approfondimento sulla spesa pubblica, di cui lui è il massimo conoscitore, non si è saputo più nulla.
Intanto, noi continuiamo a vedere come l’Italia scala tutte le statistiche…con il piglio di un Contador!

Giancarlo Infante