Francesco: Cristo ci vuole liberi L’esempio venuto da Benedetto XVI Un altro messaggio ai vertici vaticani

Francesco: Cristo ci vuole liberi  L’esempio venuto da Benedetto XVI  Un altro messaggio ai vertici vaticani

Francesco ha parlato del significato della Libertà per un cristiano. Piazza San Pietro si è riunita per l’Angelus del Papa sotto un sole a picco che, però, non è riuscito a scoraggiare decine di migliaia di persone dal venire a salutare il Vescovo di Roma. Francesco ha ricordato che Gesù Cristo si è immolato come sua scelta “umana” maturata nell’ascolto della voce di Dio. Si, perché, ha ricordato il Papa, la libertà il cristiano la matura nel rapporto con la propria coscienza tesa verso Dio, verso la verità. E’ una cosa che deve fare ciascun cristiano perché Cristo, ha sottolineato Francesco, “ci vuole liberi”. Non nel senso di seguire il proprio egoismo, bensì il bene indicato dal Signore.

In qualche modo a sorpresa, Il Papa ha indicato un esempio che abbiamo avuto recentemente dinanzi agli occhi e di cui, immediatamente, non tutti hanno compreso la portata: quello di Benedetto XVI. La folla di San Pietro è esplosa in un applauso fragoroso. Segno di quanto stia oggi maturando nei fedeli, ma anche nei non fedeli, la consapevolezza della “grandiosità” del gesto compiuto da Papa Ratzinger. Una scelta di umiltà, come già Papa Francesco disse direttamente a Benedetto, nel corso del loro primo incontro di Castel Gandolfo, e di cui la Chiesa intera gli é grata. Una scelta di libertà indicata da Francesco quale esempio concreto della possibilità che tutti i cristiani hanno di ascoltare il volere di Dio, maturandolo ed individuandolo nella preghiera.

Non appena ho sentito queste parole mi sono chiesto se questo esplicito, nuovo richiamo all’ultimo gesto di Benedetto XVI non costituisca un messaggio nel messaggio. Francesco continua a parlare ai vertici della Chiesa, ed alla comunità dei fedeli tutta, sul rinnovamento necessario per ritrovare il vigore autentico contenuto nel messaggio di Cristo. Le dimissioni del papa tedesco dettero, in maniera umile, ma al tempo stesso clamorosa, il segno della necessità di introdurre cambiamenti profondi che egli avvertiva necessari, ma sui quali si rendeva conto fosse necessario lasciare l’operatività fattuale a forze nuove e, forse, a qualcuno più di lui libero di vincoli e legami storicamente e culturalmente accumulati nel tempo.
papa francesco
Francesco, posso sbagliare, ma così mi sono convinto, ha voluto ribadire a Benedetto l’assicurazione che egli intraprenderà la lunga e pesante opera di riforma della Chiesa. Non è un caso che l’attuale Pontefice abbia vissuto un’altra settimana piena zeppa di problemi per l’immagine della Santa Sede. Problemi provocati da comportamenti non proprio cristiani, tenuti da cristiani. E preti, per giunta. Comportamenti che riguardano due nervi scoperti che hanno angosciato non poco Benedetto XVI, in particolare, negli ultimi anni del suo pontificato: lo Ior, o meglio, uomini dello Ior e speciose questioni di sesso. Particolarmente odiose perché legate anche alla pedofilia.

Francesco sta facendo quello che Benedetto sperava fosse fatto dai suoi collaboratori negli anni passati, ma che non é stato fatto. Il Papa gesuita, allora, ci sta pensando da solo ed è partito, intanto, dal cambiamento di uomini e comportamenti ai piani alti del Vaticano.

Giancarlo Infante