Scandalo intercettazioni Germania arrabbiata con Uk

Scandalo intercettazioni  Germania arrabbiata con Uk

Proprio nel giorno in cui cadeva l’anniversario del 110mo anno della nascita di George Orwell, 25 Giugno 1903, il governo tedesco ha espresso la propria fortissima irritazione, per quello che rappresenta la concretizzazione reale del “Grande Fratello” letterario.Quella dei tedeschi si potrebbe persino definire rabbia.

E’ esplosa quasi subito dopo la diffusione delle notizie sui controlli a tappeto che i servizi britannici hanno fatto, ma lo stanno continuando a fare, del traffico telefonico, di chat, email ecc nei confronti di tutti. Anche di cittadini di altri paesi europei, alleati ed amici. In questo caso tedeschi. Ma lo hanno fatto anche a danno di ministri e personaggi di rilievo della Repubblica Federale tedesca. I tedeschi temono anche a danno delle imprese tedesche.

Sappiamo per certo che, come del resto fanno i colleghi statunitensi, dai britannici sono stati registrati anche i flussi di traffico di comunicazioni che riguardano gli italiani. Sappiamo che anche delegazioni italiane sono state intercettate nel corso della partecipazioni a consessi internazionali. Non sappiamo, invece, quali passi siano stati intrapresi in questo senso dalle autorità di Roma.

La ministro tedesco della giustizia, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, invece ha tenuto a far sapere pubblicamente delle sue rimostranze nei confronti di quello che ha definito “come un incubo da Hollywood”. Lei ha inviato, infatti, due lettere ai colleggi britannici della giustizia, Chris Grayling, ed agli Interni, Theresa May, sottolineando una diffusa preoccupazione tra i tedeschi. Ora, lei ed il popolo tedesco, vogliono sapere fino a che punto sono stati presi di mira.
orwell
Chiede, inoltre, che sia chiarita la base giuridica del progetto di controllo chiamato “Tempora” e di sapere su quali “sospetti concreti” sia stata avviata la raccolta dei dati e se è vero che le grandi quantità di e-mail , contati Facebook, messaggi e e telefonate intercettate siano davvero conservate solo per 30 giorni. Chiede anche di sapere se il programma sia stato autorizzato da una qualche autorità giudiziaria, come funziona nella pratica e la natura esatta dei dati memorizzati.

“Sento- ha aggiunto polemicamente l’esponente tedesca- che tali questioni devono essere sollevate nel contesto dell’Unione europea e dovrebbero essere poste all’interno delle discussioni in corso sulla normativa di protezione dei dati dell’Unione europea”, scrive Leutheusser-Schnarrenberger. Non è insomma la Terza guerra mondiale, ma quasi.

Finito di scrivere e spedite le due lettere, sembra che la ministro tedesca abbia anche preso il telefono per fare una chiamata non proprio distesa con Ursula Brennan, il segretario permanente del Dipartimento di Giustizia di Londra. Colei che dovrebbe restare anche quando il ministro se ne andrà, insomma. Chissà se la Brennan, poi, non si sia riascoltata la telefonata!

Siamo di fronte alla prima importante richiesta internazionale di chiarimenti e spiegazioni rivolta al governo di David Cameron per giustificare il comportamento dei servizi britannici. L’intervento della responsabile giustizia del governo tedesco segue il senso di frustrazione espresso dal Cancelliere tedesco, Angela Merkel, al momento di sottolineare che molte domande sono rimaste ancora senza risposta da parte dell’amministrazione Obama.
hague
William Hague, il ministro degli Esteri britannico, ancora una volta, ha provato a minimizzare le preoccupazioni soprattutto dei paesi”alleati”. Lo ha fatto, però, intervenendo alla Biblioteca Ronald Reagan della California, esaltando il rapporto “indispensabile” di scambio di informazioni con gli Stati Uniti. “Cerchiamo di essere chiari in proposito, ha detto l’esponente britannico: in entrambi i nostri paesi il lavoro di intelligence si svolge all’interno di un solido quadro giuridico. Operiamo nel rispetto del diritto e siamo responsabili per questo. In alcuni paesi il lavoro di intelligence segreto è usato per controllare la loro gente. Nel nostro, invece, é solo fatto in difesa delle libertà “.

Neppure molti britannici, però, sono pronti a scusarlo su queste basi. Il conservatore David Davis contesta questa tesi sostenendo che le agenzie di intelligence britanniche sono oggetto di diritto, ma solo in teoria. Egli accusa l’apparato di controllo e centro d’ascolto, GCHQ, di eludere “leggi scomode” e di consegnare dati riservati agli Stati Uniti. Davis, pertanto, solleva la prospettiva di trovarsi di fronte ad una “violazione estremamente grave” dei diritti dei cittadini britannici, oltre dell’uso dei loro dati personali.

John Balcony