Marina “scende in campo”? Si tratta di salvare il salvabile

Marina “scende in campo”?  Si tratta di salvare il salvabile

I soliti ben informati danno per certo che Marina Berlusconi “scenderà in campo”. Sarà lei a raccogliere lo scettro che la magistratura milanese potrebbe aver fatto cadere di mano al padre, Silvio. Se ne parlerebbe in autunno, quando più chiare dovrebbero essere le conseguenze della recente sentenza che, infliggendo sette anni di reclusione al leader del Pdl per il “caso Ruby”, ha fatto anche “l’aggiuntina” dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici per il cavaliere senatore.

Mentre si pensa come correre ai ripari sull’ipotesi principale, cioè capire il modo per rovesciare la sentenza di primo grado, ci si prepara al futuro. Fino a poco tempo fa sarebbe stata una cosa assolutamente impensabile. Eppure, i ben informati fanno sapere che c’è stato un vertice nella villa di Arcore della famiglia Berlusconi per decidere sul da farsi. Il verdetto sarebbe quello appena detto: se proprio non fosse possibile a Silvio Berlusconi proseguire in prima persona nella battaglia in cui è impegnato da più di vent’anni, toccherebbe a lei. A Marina. La figlia preferita!

Quella che più degli altri figli è sempre intervenuta, anche pubblicamente e con molta determinazione, a sostenere il padre e a dire la sua sulla situazione politica italiana. Questa volta, contrariamente, a quanto accaduto in precedenza, quando già era circolata l’indiscrezione sulla sua “nomina” ad erede politico del centro destra, non c’è stata alcuna smentita dagli ambienti berlusconiani. Allora, è vero o sono stanchi anche loro di parlare dopo giorni così pieni di tensione emotiva?
marina berslusconi
Del resto, è bene in ogni caso farsi trovare preparati dagli eventi e mobilitare e motivare gradualmente le truppe. Gli eventi potrebbero anche non essere simpatici. Mettiamo il caso che il Pd finisca per essere travolto da quello che sta montando in alcuni settori del parlamento. Cioè l’ipotesi di incoraggiare e poi sostenere la presentazione di una mozione che dichiari decaduto Berlusconi dal seggio di senatore per ineleggibilità. Si potrebbe creare una nuova maggioranza che, magari, conterebbe sul sostegno di tutti o di una parte consistente dei parlamentari del Movimento Cinque Stelle.

Di colpo, il Pdl si troverebbe all’opposizione con alla guida il leader naturale fortemente azzoppato. Azzoppato nella pratica dell’operatività politica e nell’immagine. Il realismo della tormentata riflessione, anche sulle conseguenze che questo scenario finirebbe per avere sui beni di famiglia e sul futuro degli eredi, potrebbe aver portato il vecchio combattivo leader a prendere seriamente in esame un’ipotesi alternativa. Se giocata in tempo, invece, potrebbe anche servire a salvare il salvabile.

Pronta già la struttura pubblicitaria ed organizzativa. Pronto lo slogan. E’quello consolidato: Forza Italia! Sono andati via in malo modo Casini e Fini. Sono andati via, con più gentilezza, La Russa e la Meloni che si sono fatti, con “il gigante buono” Crosetto, il loro giocattolino dei Fratelli d’Italia. Chi impedisce di tornare al vecchio simbolo così carico di forza nostalgica e d’impeto emotivo? Nessuno. Anche perché gli ex An rimasti, Matteoli e Gasparri, sono di bocca buona e a loro, adesso, tocca solo sopportare. Inoltre, tutta la struttura tradizionale, a partire dal nucleo storico capitanato da Galan, vuole tornare a Forza Italia. Punto e basta!
RUBY, PARLAMENTARI PDL DAVANTI TRIBUNALE - FOTO 4
Le “pasionarie” del partito, dalla De Girolamo alla Santaché, sono tutte schierate e non vedono altro che Marina. Del resto, loro sono ancora giovani. Il sostegno a Marina può diventare anche il modo per continuare senza quel “vecchio leone” fondatore del centro destra italiano senza avere né pesi di coscienza, né rimpianti. Allora, cosa aspettare?

G.I.