Letta incassa il sostegno dei sindacati. Il lavoro é una priorità per l’intero Paese.

Letta incassa il sostegno dei  sindacati.  Il lavoro é una priorità per l’intero Paese.

Letta continua imperterrito nel suo impegno sui problemi del lavoro. In vista del Consiglio dei Ministri di mercoledì 26 Giugno, dedicato a quello che egli ha definito un “progetto Italia” sull’occupazione, il Presidente del Consiglio ha incontrato i dirigenti dei sindacati reduci dalla prima grande manifestazione unitaria organizzata dopo dieci anni di dissidi e contrapposizioni.

Se dal palco di Piazza San Giovanni, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, hanno fatto anche la voce grossa, contestando all’esecutivo di Enrico Letta di fare molti annunci e pochi fatti, nell’incontro diretto di due ore con il Presidente del Consiglio si sono rivelati molto più ben disposti. Il clima con le parti sociali, insomma, sembra volgere al meglio. Anche se il cielo non è destinato a rasserenarsi completamente nel quadro della complessa situazione che vivono il Paese e l’intero sistema economico internazionale.

La conferma è venuta dal Presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, secondo cui Enrico Letta è partito bene ma la cosa non è in grado, di per sé, di rispondere a tutte le necessità del momento. Squinzi ha così ricordato che il problema prioritario per le imprese è quello del pagamento degli arretrati da parte della Pubblica Amministrazione.
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I migliorati rapporti tra Governo e forze del mondo del lavoro e dell’impresa, però, costituiscono qualcosa di molto prezioso per il Primo Ministro il quale ha a che fare con una maggioranza frutto non di un rapporto di amore tra Pdl e Pd, bensì di un caso di impellente necessità.

Non è un caso che Enrico Letta ha, prima, incontrato i tre leader sindacali, poi, ha visto l’ex Presidente Mario Monti e si accinge a vedere sia il Segretario del Pd, Guglielmo Epifani, sia il leader del Pdl, Silvio Berlusconi. A tutti loro chiederà un’aggiunta di fiducia e di sostegno sulla via di un impegno che dovrebbe portare a creare più occupazione all’intero Paese.

Mentre Letta continua ad impostare la pratica del lavoro, destinata ad avere anche un importante riverbero a livello di Unione Europea, non mancano le questioni delicate all’interno della maggioranza. Sono di vario genere e possono creare dei casi di estrema criticità. Già si è parlato a lungo nei giorni scorsi della questione Imu ed Iva su cui non c’è proprio identità di veduta sui banchi del Parlamento.
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Adesso, si sta aggiungendo la questione degli F35, i contestati aerei multifunzione, che già il Governo Monti aveva dovuto ridurre in termini di numero per conciliare tutti gli aspetti relativi ad una questione molto complessa. C’è la necessità di ottemperare ad un vecchio accordo internazionale di natura politica ed industriale. C’è da valutare la partecipazione di società italiane al progetto per cifre ed impegno importanti. C’è, infine, da riflettere sul fatto che, comunque, deve essere previsto un riammodernamento dell’Aeronautica Militare italiana.

Nel Pd sta aumentando la forza di coloro che, anche sulla base delle ristrettezze finanziarie del momento, vuole cancellare il progetto e destinare ad altre voci di bilancio la consistente cifra richiesta dai jet di nuova generazione. C’è così il rischio che in Parlamento si crei un grosso fronte anti F35 composto da esponenti del Pd, del Sel e del Movimento Cinque Stelle.


Giancarlo Infante