In ritardo ma giusto in tempo per il “ballottaggio” di domenica 9 e lunedì 10 giugno a Sindaco di Roma Capitale, il tram 8 è finalmente giunto al nuovo capolinea di Piazza Venezia, anzi, per la precisione, di Piazza San Marco. Insomma, una inaugurazione dall’aperto sapore propagandistico per il Sindaco uscente Alemanno. I lavori di prolungamento dei binari dal precedente capolinea di largo Argentina sono stati realizzati dall’Atac. Cominciati a giugno 2012, sono costati circa 8 milioni di euro.
L’8 era stato inaugurato nel 1998 sul percorso Casaletto-largo Argentina. Il progetto era, e sarebbe, quello di proseguire verso la Stazione Termini attraverso Piazza Venezia e Via Nazionale, ma l’incertezza degli amministratori comunali che si sono succeduti al vertice del Campidoglio sin dalla fine del secolo scorso, sia per l’opposizione dei commercianti della zona e sia per le “difficoltà” poste dalla Soprintendenza per i Beni Culturali e Archeologici riguardo la posa dei fili aerei di alimentazione elettrica, ne hanno sempre impedito la realizzazione. Nonostante le ripetute assicurazioni e promesse dei Sindaci e dei vertici Atac.
Eppure, il proseguimento sino alla Stazione Termini, al di là dell’estrema utilità per l’utenza, rappresenta un fondamentale snodo di “sicurezza tranviaria”, sotto l’aspetto dell’itinerario alternativo. I grandi tram snodati di costruzione Fiat/Alstom Roma-1 e Roma-2 utilizzati, per raggiungere il percorso della linea 8 dal deposito Porta Maggiore e dalle dirimpettaie “Officine Prenestina” dove trovano “alloggio” notturno e per la manutenzione,
Nel caso di un serio impedimento di linea, soprattutto su Via Labicana da sempre a rischio smottamenti, le vetture dell’8 rimarrebbero irrimediabilmente isolate con le comprensibili conseguenze per l’intera città. La posa delle rotaie su Via Nazionale avrebbe permesso la “saldatura” a Termini con l’armamento delle linee 5 e 14 creando di conseguenza un prezioso itinerario tranviario alternativo. Soluzione questa sempre caldeggiata dai più esperti ingegneri e tecnici dell’azienda tranviaria romana, l’Atac.
Antonello La Monaca