Regione Lazio: la “casa di vetro” di Zingaretti è ancora coperta dalla polvere

Regione Lazio:  la “casa di vetro” di Zingaretti  è ancora coperta dalla polvere

Gli ultimi mesi della dimissionaria giunta Polverini furono la parentesi più produttiva di tutta la legislatura. La suddetta giunta in stato di ordinaria amministrazione, infatti, è riuscita ad approvare delibere (come la 597 che variava il piano regolatore e concedeva ennesimi metri cubi di cemento in più) e assunzioni di nuovi dirigenti regionali. Se la sinistra ritenne “inopportune” le ultime attività della giunta Polverini, dopo due mesi, tuttavia, dall’arrivo di Zingaretti, c’è chi ritiene che la regione si trovi ancora in uno stato di non piena operatività.

C’è chi sottolinea che i dirigenti nominati dalle precedenti giunte sono stati per la maggior parte riconfermati dalla attuale presidenza. Gli atti di nomina recitavano: “l’attuazione del presente provvedimento resta subordinato alla verifica dei requisiti in materia di inconferibilità e incompatibilità di cui al decreto legislativo 8 aprile 2013 n. 39”. Sulla questione si sono alzata già alcune polemiche.

zingaretti4 de filippisI casi più eclatanti, sollevati da un articolo de “Il Fatto Quotidiano” lo scorso 31 maggio, sono quelli di Raniero De Filippis, condannato dalla Corte dei Conti a rifondere la Regione di 750 mila euro per danno erariale. A causa di una questione legata all’assunzione di personale per una comunità montana ufficialmente disciolta. De Filippis è tornato alla direzione infrastrutture, ambiente e politiche abitative insieme al suo superiore, Luca Fegatelli, indagato a sua volta per associazione a delinquere, come ricordava tempo fa “L’Espresso”, per una vicenda legata allo smaltimento dei rifiuti.

La lista continua con Roberto Ottaviano, confermato alla direzione agricoltura e sviluppo rurale nonostante indagato dalla procura di Viterbo. Perfino il vecchio capo di gabinetto di Zingaretti alla Provincia ed attuale capo di gabinetto alla Regione sempre di Zingaretti, è in attesa da anni di processo su una vecchia vicenda che riguardava una società a partecipazione pubblica chiamata “All Clean”. C’è chi si augura che sulla vicenda la nuova presidenza possa fare luce e chiarezza sulla vicenda nomine come promesso in campagna elettorale. Per concludere, non si potrebbe prima di conferire le nomine risolvere i problemi di eventuali incompatibilità ed inconferibilità?

Lorenzo Campanella