Per il leader M5S non ha perso. Grillo non ci sta e tuona contro Rodotà: “un ottuagenario miracolato dalla rete”

Per il leader M5S non ha perso.  Grillo non ci sta e tuona contro Rodotà:  “un ottuagenario miracolato dalla rete”

Grillo non gradisce le riflessioni venute da Rodotà e lo critica a sua volta con parole, forse, un tantino più pesanti da quelle utilizzate dal costituzionalista, almeno secondo quanto riportato dai giornali: “un ottuagenario miracolato dalla Rete, sbrinato di fresco dal mausoleo dove era stato confinato dai suoi a cui auguriamo di rifondare la sinistra”.

Se queste dichiarazioni saranno confermate e non smentite da parte del leader del Movimento Cinque Stelle, ci si troverà di fronte ad un colpo di scena del tutto inatteso ed all’ennesima rottura di rapporti e di relazioni con persone più che disponibili ad ascoltare le tesi di Grillo e dei suoi. Non è possibile dimenticare, infatti, che proprio Stefano Rodotà era stato candidato dai Cinque Stelle alla Presidenza della Repubblica ed indicato come “ultima linea”, una vera e propria “ Maginot” , nei rapporti con il Partito Democratico.

Al grido Rodotà sì, Prodi no, si è consumato l’ultimo atto di una vicenda che ha portato alla rielezione del Presidente Napolitano, ha rotto definitivamente ogni margine, per quanto tenue, di un possibile dialogo con il Pd, ha spalancato, oggettivamente, la strada per la nascita del Governo di Enrico Letta.

rodotà2 Stefano-RodotaMancata ogni ipotesi di costruzione di una intesa sul Quirinale, che il Pd non ha voluto, o potuto, realizzare sul nome di Rodotà, è stato gioco forza ripiegare su un Governo dalle cosiddette “larghe intese” facendo subito subire ai “grillini” le conseguenze dell’essere finiti all’opposizione. A partire dalla distribuzione dei posti di responsabilità a livello di Commissioni parlamentari.

Grillo, del resto, intende andare avanti su di una linea di “alternativa totale” ai metodi ed ai contenuti del sistema politico degli ultimi decenni. La sua logica non prevede compromessi e neppure scelte, di natura tattica perché, lui dice, il suo Movimento deve segnare un elemento di demarcazione e di rottura senza compromessi.

E’ forse per questo che le sue valutazioni sui risultati del voto amministrativo sono completamente diverse da quelle dei principali osservatori politici ed anche di una parte dei suoi. I grillini non hanno perso, dice lui in sostanza, perché in ogni caso hanno aumentato suffragi ed eletti se i dati vengono visti in relazione al precedente voto amministrativo. E grillo non ha torto. Loro hanno vinto perché anche l’ulteriore tracollo degli affluiti alle urne sta a dimostrare che il vecchio sistema dei partiti è defunti.

rodotà8 8654c70740a12d9a9a547e66650de31a--330x185Non serve a niente, dunque, numeri alla mano, sulla base di una constatazione puramente matematica, che prende come riferimento, ad esempio a Roma, il 27 per cento del voto ricevuto per la Camera, fargli notare che l’astensionismo non solo non ha fatto avanzare le falangi grilline, come ci si poteva aspettare dopo la formazione del Governo Letta, ma addirittura le ha fatte arretrare al 14 per cento.

Forse Rodotà si limitava a questa semplice constatazione, lui che vive nel centro storico di Roma, e non si aspettava certo di suscitare tutto lo sdegno di Beppe Grillo.

Giancarlo Infante