Molotov “No Tav” in Val di Susa: Alfano: “lo Stato c’è, ascolta e decide”

Molotov “No Tav” in Val di Susa:  Alfano: “lo Stato c’è, ascolta e decide”

E in Val di Susa spuntarono le molotov. I “NO Tav” sperimentano il “salto di qualità” con l’assalto incendiario al cantiere di Chiomonte e il Ministro dell’Interno, e vice Premier, Angelino Alfano annuncia le prime contro misure all’escalation. Ovvero, numero maggiore di uomini e donne delle forze dell’ordine, allargamento della cosiddetta “zona rossa” di interdizione, dialogo più stretto e più ampio con tutta la popolazione della zona e forte accelerata per la ratifica in tempi brevi del trattato internazionale sulla Tav. “Lo Stato c’è e non si fa fermare da alcuni delinquenti che questa notte potevano uccidere, fatti gravissimi, esecrabili – ha continuato Alfano – e perciò siamo qui venuti a dire che lo Stato appunto c’è, ascolta e decide”.

Nel “vertice” di Torino ha prevalso in ogni caso l’opinione che ci si trovi di fronte a un deciso salto di qualità della lotta all’alta velocità ferroviaria. L’azione che ha visto spuntare le bottiglie incendiarie ha un deciso sapore di terrorismo. Non un fenomeno isolato di protesta, per quanto violento, bensì un attacco pianificato nei dettagli come in una vera e propria azione di guerra.

Il Procuratore Capo Giancarlo Caselli ha posto l’accento sull’atto di guerra e sulla preparazione militare degli assalitori, lanciando un preoccupato allarme, mentre il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, Chigi - consiglio ministridefinendo “intollerabile” l’accaduto, sottolinea come “i trenta delinquenti armati di molotov devono sapere che la loro violenza non fermerà un’opera fondamentale e strategica per l’Italia e per l’Europa, ritenendo fondamentali anche le opere compensative per i Comuni della Valle”.

Il Sindaco di Torino Piero Fassino ha ricordato come “la memoria torni a stagioni tristi e buie” e il Presidente della Provincia Antonio Saitta senza mezzi termini dice di essere “certo che si tratti di terrorismo”. Il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, chiede al Governo “di fare qualcosa”, soprattutto di non autorizzare i cosiddetti “campeggi NO Tav” a maggior ragione in vista dell’estate, poiché rischiano di trasformarsi in campi paramilitari.

Condanna all’azione contro il cantiere Chiomonte anche da parte del Sel di Nichi Vendola, che tuttavia osserva come “sia necessario ripensare l’opera”, soprattutto in un periodo di austerità come questo in cui non è così fuori luogo pensare che è meglio non sprecare soldi.

Anche Sinistra Ecologia e Libertà esprime “ferma condanna alla violenza”, ma con un distinguo dal sapore nemmeno troppo vago di giustificazione: “la lotta contro la Tav ha assunto una dimensione simbolica che va al di là del progetto”.

Beatrice Zamponi