L’Accademia dei Lincei suggerisce al Parlamento italiano di non approvare il Decreto legge n.24 del 25 marzo 2013, attualmente in discussione, che consente l’utilizzo di terapie basate su cellule staminali in modo gravemente divergente dai principi contenuti nelle norme del mondo occidentale (Europa e Nord America), marcando una clamorosa incongruenza delle norme italiane da quelle comunitarie. Il provvedimento, infatti, classifica le terapie basate su cellule staminali come “trapianti di cellule o tessuti”, sottraendole così al controllo degli specifici organi nazionali e comunitari (AIFA, EMA).
In questo modo diviene del tutto impossibile vigilare sulla produzione di cellule infuse in esseri umani, sulle finalità del trattamento e sui suoi esiti. Viene pertanto a mancare l’onere inderogabile di una sperimentazione ragionevole, trasparente e controllabile.La legge incoraggerebbe pratiche che si stanno rapidamente diffondendo per esclusivi fini commerciali.
Invitiamo il Parlamento e il Governo a tenere invece in debito conto la voce della comunità scientifica. Il caso italiano espone i pazienti a rischi gravi e li rende vittime di un trattamento non convalidato che sfrutta la disperazione dei pazienti e suscita ingiustificate speranze.
Il caso italiano espone le istituzioni del Paese a una gravissima perdita di credibilità scientifica, morale e politica.
Questo documento, è stato approvato per acclamazione dalle Classi riunite dell’Accademia Nazionale dei Lincei.
Il Presidente, Lamberto Maffei