Il peso della mia luce

Il peso della mia luce

Roma – La galleria Delloro cambia nome in Operativa Arte Contemporanea. La programmazione decisa dal suo giovane direttore, Carlo Pratis, si concentrerà unicamente nelle ultimissime esperienze contemporanee legate alla sua generazione, che va dai 20 ai 30 anni. Il progetto, inoltre, è curato direttamente da Pratis, per seguire personalmente gli artisti e avere un rapporto diretto e non mediato, sia sul piano della selezione dei lavori in mostra, sia dal punto di vita dell’allestimento. La mostra sarà divisa in due episodi per dare più spazio ai sei artisti scelti.

Il 19 aprile ha inaugurato il primo appuntamento con il progetto “Il peso della mia luce”. Il titolo contiene già in sé l’orizzonte di ricerca comune di tutti i lavori: la centralità che l’idea di luce riveste in ognuna delle opere, di come questa penetri e incida nel tracciato di ognuno degli artisti, Diego Miguel Mirabella, Leonardo Petrucci, Serj, di come essa sia la premessa quasi inesorabile e il termine di arrivo di ognuno dei lavori esposti.

ilpesodellamialuce#foto3Nel primo appuntamento, Diego Miguel Mirabella (Enna 1988) presenta un’imponente struttura autoportante in legno che custodisce un panno multicolore in lattice, una totemica architettura mentale che svela al suo interno un vena cromatica. In contrapposizione a questa Serj (Bergamo 1985) affronta il ciclo di generazione, trasmissione e dispersione del suono e dell’immagine, accostando una minimale installazione sonora a un imponente lavoro su carta, che traducendosi nel suo spartito musicale svela un confronto tra saturazione sonora e saturazione della luce.

Al piano inferiore della galleria Leonardo Petrucci, (Grosseto 1986), presenta due lavori: Lo “Scapolo” e “l’Archeometra”. Quest’ultimo colpisce per la sua bellezza geometrica. L’arte concettuale necessita per sua natura di una spiegazione che in questo caso è stata particolarmente interessante avendo l’artista toccato argomenti che vanno dal Timeo di Platone all’alchimia.

Ci spiega infatti Petrucci che Lo “Scapolo” e “ l’Archeometra” sono due installazioni appositamente progettate per gli spazi della galleria. “Lo Scapolo”, realizzato in legno, è un solido platonico, il dodecaedro. Nel Timeo di Platone, si citano i quattro elementi di cui è composto il cosmo, fuoco, terra, aria e acqua. A questo solido è invece attribuito l’ultimo elemento, l’etere. Il termine Scapolo è un’allegoria all’opera di Marcel Duchamp “Il grande Vetro”, o “La sposa messa a nudo dagli scapoli, anche” che contiene e sviluppa tutta l’attività passata e futura di Duchamp. Gli scapoli che denudano la sposa, una figura pura e angelica. Il dodecaedro ha il proprio complementare in un altro solido platonico l’icosaedro ( 20 facce) che però è mancante. ilpesodellamialuce#foto1La sua mancanza è resa dal fatto che, l’artista, ha svuotato le facce del suo dodecaedro, vedendo così al suo interno. Infine l’opera è sospesa per indicarne la solitudine e la malinconia.

L’atra opera L’Archeometra è una rappresentazione geometrizzata in cui lo spettro luminoso è ridisegnato da una complessa successione di solidi modulari disposti secondo l’ordine simbolico – geometrico dell’esoterista francese dell’800 Alexandre Saint-Yves d’Alveyate. Il suo nome viene dal greco e significa la misura del principio, come se tutto fosse riassunto alla matrice, ad un aspetto archetipico. L’archetipo in questo caso è rappresentato dal primo poligono regolare: il triangolo equilatero. L’artista ha preso questa forma geometrica è l’ha ripetuta nella terza dimensione formando il massimo numero massimo possibile di solidi convessi possibili, otto. Ha realizzato questi solidi e l’ha posizionati intorno all’ottagono retroilluminato, che diventa il nucleo dell’opera.

L’opera colpisce per la bellezza che irradia. Secondo l’artista, infatti, la bellezza oggettiva potrebbe identificarsi con il concetto di simmetria che per lui è lo specchio di bellezza, una simmetria che l’uomo cerca di realizzare e spesso di rompere, ma mai in modo eccessivo.

Giusy Lauriola

Operativa Arte Contemporanea
Via del Consolato, 10 – 00186 Roma
www.operativa-arte.com [email protected]
19 aprile – 15 giugno