Perugia – Eccessiva pressione del patto fiscale, la cosiddetta politica dell’austerità praticata dall’Unione Europea, ruolo della Germania, e valori incarnati nel disegno europeo delle origini, sono i grandi temi discussi nel corso di un dibattito sul futuro dell’Europa, all’interno del programma del Festival del Giornalismo di Perugia.
L’Europa sta andando verso la disintegrazione? A questa domanda hanno risposto Adriana Cerretelli, giornalista del Sole 24 Ore, Gianni Pittella, vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea, Marc Tarabella, membro del Parlamento europeo. A moderare l’incontro, il giornalista del Tg1 Alberto Matano.
Gli esponenti politici del dibattito, forse inutile precisazione, ma per completezza dell’informazione credo sia opportuno dirlo, appartengono alle due grandi rappresentanze politiche europee:
Diverse le appartenenze politiche così come diverse sono le analisi proposte dagli ospiti in merito alla situazione di possibile lenta deriva dell’Europa.
Ad essere d’accordo su una maggiore flessibilità nell’applicazione del “fiscal compact”, sull’abbassamento dunque della pressione fiscale così da favorire una ripartenza delle economie nazionali e di conseguenza la possibilità di riparare il debito, sono il vicepresidente Pittella, il deputato Tarabella e la giornalista Adriana Cerretelli. Di diversa opinione è l’esponente del PPE, Tajani: “vedo difficile che si possa rivedere il fiscal compact però si può lavorare affinché ci sia un interpretazione sempre più vera delle normative europee, perché la possibilità di interpretarle in maniera differente è reale”. La sua ricetta è quella di un maggiore impegno in termini di politiche industriali.
Sul ruolo della Germania e sul nodo cardine delle prossime elezioni di settembre, il punto di vista condiviso è quello che fa leva sulla necessità che due dei maggiori stati dell’UE ritornino a far sentire la loro presenza: la Francia e la stessa Italia, in grado di bilanciare il potere tedesco. Si è creata infatti una doppia Europa, come spiega criticamente Adriana Cerretelli, quella ricca del Nord e quella povera del Sud: l’ideologia tedesca vuole che sia il povero sud a doversi adattare al ricco nord e che l’obiettivo è fare in modo che il sud debba smettere di contare sulla “solidarietà” del nord.
Una ricchezza però attaccabile dal punto di vista della correttezza, come fa notare Marc Tarabella, visto che la Germania sfrutta la manodopera rumena, come testimoniato da una denuncia del ministero degli affari economici belga.
Poi si è parlato di valori, di quei principi fondanti della stessa Unione. Tra questi solidarietà e unità nella diversità, come dice Adriana Cerretelli. A proposito di unità, ancora la Cerretelli, quella bancaria è fondamentale ma viene applicata male, come ha dimostrato il caso di Cipro, a causa dei rallentamenti imposti dalla Merkel. La stessa cancelliera tedesca, contraria alla solidarietà con i paesi a rischio dell’UE, ha anche posto il suo no categorico alle garanzie sui depositi, principio essenziale per l’unità bancaria, perché non intende pagare le “colpe” delle altre banche dislocate in Europa.
La conclusione del dibattito è stata all’insegna di un’infusione di fiducia nel futuro dell’Unione Europea: bisogna andare avanti, a patto di unità e coesione, considerando che l’interlocutore tedesco difficilmente cambierà il proprio punto di vista.
Ilaria Maiolino