Si chiama Luca Parmitano, 36 anni, Colonnello dell’Aeronautica Militare, siciliano. Sarà il primo italiano a compiere nel prossimo luglio una passeggiata nello spazio. E ’il coronamento del sogno di Icaro, di cui si parlava tanto dai tempi dell’antichità e che solo adesso, grazie all’accordo stipulato dall’ASI, Agenzia spaziale italiana, con la statunitense Nasa, l’agenzia spaziale americana, sarà possibile realizzarlo. In cambio Gli USA riceveranno la fornitura dei moduli pressurizzati Nplm.
La partenza di quella battezzata come missione “Volare”, in onore della canzone di Domenico Modugno, conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo, nel mese di maggio dal cosmodromo russo di Baikonur, nel Kazakhstan. Sarà una missione di sei mesi , la prima delle tre preventivate per il nostro Paese e prevede due uscite nello spazio, entrambe appunto in luglio per la quale è stato scelto Parmitano.
L’astronauta italiano uscirà per secondo in quanto a dirigere la passeggiata spaziale sarà il collega americano Christopher Cassidy. Una curiosità: sarà Cassidy, in qualità di comandante dell’Eva (Attività extra veicolare) a scegliere la musica che sveglierà gli astronauti la mattina dell’uscita nel vuoto cosmico. ”Scegliere la musica – ha spiegato Parmitano – è un privilegio che spetta a chi è al comando dell’Eva. Per me, l’inno della mia missione, che si chiama Volare, dovrebbe essere “Nel blu dipinto di blu”..
Tra gli altri incarichi che Parmitano avrà a bordo della stazione orbitale c’è anche la ‘’regia’’ del braccio robotico: la prima volta, sempre in luglio, lo manovrerà per catturare la navetta europea senza equipaggio ‘’Albert Einstein’’. La seconda per agganciare il cargo Cygnus, costruito dall’Italia per l’azienda americana Orbital, al suo primo volo sperimentale, in programma fra l’inizio di agosto o in settembre.
Nutrito anche il programma degli esperimenti che dovrà condurre sulla Stazione Spaziale.
L’intera famiglia Parmitano sta vivendo con emozione queste ultime settimane prima del lancio. ”Mia moglie sta preparando la visita a Baikonur per i nostri genitori e per gli amici che assisteranno al lancio – racconta il Colonnello astronauta – ed è perciò molto indaffarata. So che è contenta per me che sto realizzando un sogno e lei lo vive attraverso me. Mi ha veramente accompagnato e sostenuto in tutti questi anni. Per le bambine è più difficile, ma parlo loro come parlerei a un adulto. La più grande, Sara, di 6 anni, credo capisca ed è eccitata all’idea del papà che sale su un razzo per andare in orbita
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Quattro anni dopo, nel 1996, è toccato a Umberto Guidoni, che ha poi ripetuto l’esperienza spaziale nel 2001, primo astronauta europeo sulla SSI (stazione Spaziale Internazionale), in orbita assieme all’altro italiano Maurizio Cheli.
Nel 2002 e nel 2005 è stata la volta di Roberto Vittori che ha volato appunto due volte sulla Soyuz, prendendo poi parte nel 2011 alla penultima missione dello Space Shuttle, la STS-134 come “Mission Specialist” sull’Endeavour.
Il quinto astronauta italiano è stato Paolo Nespoli, tra l’equipaggio dello Shuttle nell’inverno 2007 e poi a bordo della Soyuz TMA-20 per ben 5 mesi, dal 15 dicembre 2010 al 23 maggio 2011.
Enrico Barone