Turbolenze dopo il voto polemiche tra e dentro i partiti

Turbolenze dopo il voto  polemiche tra e dentro i partiti

Finita la prima fase delle elezioni amministrative si torna nel pieno della “bagarre” politico parlamentare.
Grillo riprende a tuonare anche se il suo stizzito frinire pesa in decibel circa il 50 per cento in meno di 24 ore fa, visto che, un po’ dappertutto, gli hanno dimezzato il peso del Movimento Cinque Stelle. La sconfitta è resa ancora più cocente da un fatto che non sarà certamente sfuggito a Beppe Grillo: pure coloro che avevano portato a Roma il Movimento al 27 per cento, come nel caso del voto per la Camera dei Deputati, lo hanno abbandonato e non si sono presentati alle urne. In soli due mesi i grillini, così, arretrano di 13 punti nella Capitale lasciando sul campo metà dei voti.

La reazione è quella della rabbia e dell’acredine. Grillo dice che è stata l’Italia peggiore a “rivotare” per i partiti. E’ un dato di fatto, però, che l’Italia “migliore” non è stata richiamata alle urne neppure da lui e dai suoi. Eppure, questa, poteva davvero rivelarsi un’occasione irripetibile.

grillo2Evidentemente c’è qualcosa da risistemare. Forse, a partire dal tono e dai contenuti di alcune dichiarazioni pubbliche. Magari, fornendo più circostanziate garanzie su di una effettiva democrazia interna al Movimento. Anche altri esponenti dei Cinque Stelle in queste ore se la stanno prendendo con chi è andato a votare, ma senza scegliere i loro. Assomigliano un po’ a quei preti in chiesa soliti prendersela con i presenti cui fanno pesare l’assenza di tutti quanti gli altri.

Ma le turbolenze non sono da registrare solo tra opposizione e maggioranza. Non mancano anche all’interno dell’arco degli stessi partiti impegnati a sostenere Enrico Letta. Si sente levarsi una maretta che potrebbe costituire il preludio di una bufera. Le acque sono agitate da quando il Presidente della Commissione Giustizia del Senato, Nitto Palma, a suo tempo eletto con i soli voti del Pdl, cui si aggiunse quello compassionevole di uno della Lista Civica di Monti, ha pensato bene di presentare una proposta di legge già bollata “salva Berlusconi”. In tutto, tre articoli contenenti nuove disposizioni in materia di responsabilità disciplinare dei magistrati e di trasferimento d’ufficio.

grillo11 nitto2a34fabbd9b6b494a41d675cd44e5d08_resize_526_394Chi l’approverà dirà che serviranno a rendere il magistrato più imparziale e a fargli pagare le conseguenze se questa sua imparzialità sarà compromessa in qualunque modo. Contro voteranno tutti coloro secondo i quali i magistrati hanno sempre ragione e che questa legge sarà immediatamente utilizzata per trasferire tutti i Pm impegnati nelle vicende giudiziarie di Silvio Berlusconi ed allungare ancora di più i tempi dei processi in cui è coinvolto.

Probabilmente, la questione è più complessa anche sotto il profilo tecnico e bisognerà assistere al dibattito in Parlamento per capire se porterà del bene all’amministrazione della Giustizia o, invece, se renderà tutto ancora più complicato.

Un fatto delle ultimissime ore, però, potrebbe portare a nutrire qualche speranza sul futuro della maggioranza e la tenuta del Governo di Enrico Letta. Ci troviamo, difatti, di fronte ad una forte diversità di opinioni persino all’interno dello stesso Pdl.

Il coordinatore del partito, Sandro Bondi, che presumiamo abbia una continuità di rapporti quotidiani con Silvio Berlusconi, è intervenuto con una certa decisione per criticare la presentazione della bozza di Nitto Palma.
Non è affatto un favore a Silvio Berlusconi ha stigmatizzato. “Semmai – lamenta Bondi – è la strada più facile per creare ulteriori problemi al presidente Silvio Berlusconi”.

Se Bondi c’ha visto giusto il provvedimento resterà nel cassetto del relatore che, tra l’altro é l’ex magistrato Felice Casson, del Pd.

Giancarlo Infante