Trovato l’accordo definitivo tra Renzi e Berlusconi. Alla fine, però, saranno tutti contenti lo stesso?

Trovato l’accordo definitivo tra Renzi e Berlusconi. Alla fine, però, saranno tutti contenti lo stesso?

“Habemus accordum”. Il grido si è diffuso nei corridoi dei sacri palazzi della politica italiana che si snodano nel centro storico di Roma. I due partiti principali hanno definito l’architettura generale della Legge elettorale dopo alcune ore di tira e molla. Ore cruciali,  durante le quali si sono dati  tutti da fare. Anche i partiti cosiddetti “minori”… e i risultati si vedono.

Anche la Lega di Matteo Salvini. In pubblico continuava a dire che a lui della discussione sul nuovo sistema elettorale non interessava granché. Si vede che la cosiddetta norma  “salva Lega”, quella che fa entrare in Parlamento anche chi raccoglie solo il 9 per cento in tre regioni, è caduta letteralmente dal cielo in questa stagione tanto piovosa.

L’accordo prevede che si entri in Parlamento conquistando il 4,5 per cento. Alcuni partiti piccoli tirano un respiro di sollievo. Altri si stanno già consultando per iniziare il fidanzamento in vista del matrimonio che durerà giusto lo spazio della campagna elettorale.

La soglia massima per evitare di andare al ballottaggio è adesso fissata al 37 per cento. Berlusconi non voleva darla completamente vinta a Matteo Renzi che aveva insistito per il 38, ma contemporaneamente è dovuto salire da quel 35 che diveniva troppo rischioso. Sia perché a Renzi poteva bastare racimolare appena due o tre punti in più per vincere al primo turno, sia perché la legge, già a rischio di incostituzionalità, poteva facilmente essere contestata  in quanto brutta copia del cosiddetto “porcellum”, appena bocciato dalla suprema Corte.

Questo accordo, insomma, è il tentativo di reintrodurre il “porcellum”, ma senza darlo a vedere. Soprattutto senza dare l’impressione di non aver registrato e rispettato il messaggio proveniente dalla Corte Costituzionale. Giorgio Napolitano sarebbe il primo a doverla rigettare. Il premio di maggioranza, infatti, è alto. Il 15 per cento e si sarebbe potuto considerare irragionevole attribuirlo al partito, o alla coalizione, che avesse raggiunto una soglia massima troppo bassa.

Tabellone montecitorio

 

L’accordo prevede anche che nessuno possa ottenere più del 55 per cento dei seggi. Si vuole evitare, insomma, che la modifica della Carta Costituzionale  possa essere decisa da un solo partito presente in Parlamento e, quindi, escludere che possa nascere una nuova e ben più consistente contestazione della proposta Renzi- Berlusconi.

Retro pensieri che non sono facili da spiegare bene fino in fondo, ma che non costituiscono di certo l’unico mistero del modo in cui ragionano i politici. Tant’è, questo è quanto é stato concepito tra Pd e Pdl in modo da evitare che tutta l’architettura dell’intesa crollasse sotto il peso delle tensioni interne ai partiti maggiori e nei confronti di quelli minori.

E probabilmente, alla fine, che si diranno tutti soddisfatti e tutti diranno di aver raggiunto i risultati sperati.

Probabilmente è proprio così. Hanno vinto tutti. Renzi e Berlusconi hanno portato a casa l’accordo. I minori intuiscono che possono sopravvivere. Devono solamente saper giocare bene e per tempo le loro carte.

Della Lega ho già detto. Può continuare a fa finta di stare all’opposizione mentre porta a casa quello che interessava grazie alla vecchia tecnica appresa quando stava in maggioranza alla corte di Berlusconi. Gli altri, Ndc, Sel, Per l’Italia , Fratelli d’Italia, eccetera, eccetera, sanno che senza il loro apporto, né Berlusconi, né Renzi rischieranno di affrontare il ballottaggio. Certo, i grandi hanno sempre un potere di ricatto non indifferente, ma chi andrà al voto senza un bell’accordo anticipato, sottoscritto magari dal notaio, con i partiti minori imbarcabili nella propria coalizione?

La politica non è quella che si racconta nei giornali o che si sente declamare nei salotti televisivi. C’è sempre una parte non resa di pubblico dominio. Forte. Anzi, più forte di quella divulgata ufficialmente.

tabellone montecitorio 1

 

L’accordo raggiunto in queste ore lo conferma. Si tratta ora di vedere solamente se gli emendamenti che dovranno essere ancora esaminati porteranno delle novità dell’ultima ora.

Giancarlo Infante