Terremoto Nepal: 4500 morti finora. 4 italiani. Altri 40 connazionali dispersi

Terremoto Nepal: 4500 morti finora. 4 italiani. Altri 40 connazionali dispersi

Anche due dei quattro speleologi italiani dati per dispersi fino ad oggi hanno perso la vita in Nepal a causa del disastroso terremoto di sabato scorso. Gli altri due si sono salvati. Salgono così a quattro le vittime tra i nostri connazionali presenti nel paese himalayano al momento della terribile scossa del 7,9 grado della scala Richter.

Secondo le informazioni della Farnesina, in Nepal in questo momento risulterebbero 40 nostri connazionali dispersi. Non sarà facile avere loro notizie in ogni caso visto che in un Paese completamente distrutto non è più facile niente, neppure ricaricare le batterie di un telefono satellitare o trovare da qualche parte il modo per comunicare almeno con Kathamandù.

I primi due italiani trovati senza vita sono stati Renzo Benedetto e Marco Pojer che stavano avventurandosi a 3500 metri d’altezza nella Rolwaling Valley, a nord di Kathmandu. La notizia è stata confermata da altri italiani rimasti indenni dalla rovinosa caduta di massi e sassi.

Per quanto riguarda gli speleologi, i morti sono Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli travolti dalla valanga che ha distrutto il Langtang Village alle pendici dell’Himalaya dove si trovavano per portare soccorso da qualche giorno con i due colleghi sopravvissuti del Soccorso alpino italiano, Giovanni Pizzorni e Pino Antonini. Tutti e quattro facevano parte di un gruppo di soccorso inviato in un villaggio di montagna travolto, già prima del terremota, da un’imponente frana.

Milioni di nepalesi, intanto, si stanno accingendo a passare la terza notte senza alcun riparo a disposizione, mentre continua il lavoro di ricerca dei sopravvissuti e la pietosa raccolta dei corpi inerti di chi non ce l’ha fatta. Per ora, i morti conteggiati ufficialmente sono oltre 4200 cui si devono aggiungere oltre altri cento tra India, Tibet e Cina.

Il bilancio del terremoto così si fa sempre più drammatico, come purtroppo era da aspettarsi non solo per l’intensità della scossa, ma anche per le caratteristiche orografiche del Paese i cui circa 30 milioni di abitanti sono distributi su di un territorio equivalente a metà Italia dove però le infrastruttre fondamentali sono pressochè inesistenti e gran parte delle comunicazioni e dei trasporti sono assicurati in maniera primordiale.

E’ veramente difficile poter dire quando sarà possibile tracciare un bilancio definitivo di un terremoto che potrebbe persino far parlare nell’ordine delle decine di migliaia di morti.

Le agenzie internazionali umanitarie hanno già avvertito che, inatanto, potrebbero essere sei milioni le persone direttamente interessate dalle conseguenze del terremoto in tutto il Nepal e cioè che si ritrovano adesso senza cibo, acqua, energia elettrica e riscaldamento.