Teheran: assalto all’ambasciata dell’Arabia Saudita dopo esecuzione imam sciita

Teheran: assalto all’ambasciata dell’Arabia Saudita dopo esecuzione imam sciita

L’Arabia Saudita ha dato via al 2016 con le esecuzioni di 47 condannati per terrorismo secondo quanto comunica il Ministero degli interni di Riyad. Tra le persone messe a morte vi era anche l’imam sciita Nimr al Nimr  condannato a morte dopo aver guidato proteste anti-governative nella ricca area petrolifera orientale del paese dove vive una consistente comunità di origine sciita. Era in carcere dal 2012.

L’esecuzione, annunciata dalla televisione saudita che ha mostrato una alla volta le foto dei giustiziati, ha provocato feroci proteste tra tutte le comunità sciite nel mondo. A partire da quelle dell’Iran e degli altri paesi del Golfo.

A Teheran, capitale del paese dove vivono più sciiti al mondo, la folla inferocita ha preso d’assalto l’Ambasciata dell’Arabia Saudita. Sono state lanciate anche delle bombe incendiarie che hanno fatto scoppiare dei focolai d’incendio. La polizia iraniana ha provveduto all’arresto dei più facinorosi,

La suprema autorità spirituale degli sciiti, l’Ayatollah Khamenei ha stigmatizzato l’esecuzione di al-Nimr invocando la vendetta divina.

Tra i condannati a morte decapitati in diverse prigioni in tutta l’Arabia Saudita, c’era anche l’esponente di al-Qaeda, Faris al-Zahrani.

La stragrande maggioranza dei condannati era di origine saudita, ma nel gruppo vi erano anche un egiziano e un cittadino del Ciad. Molti dei condannati erano accusati di aver partecipato ad attacchi armati contro edifici governativi.

Proprio nei giorni scorsi Amnesty International aveva reso noto che l’Arabia Saudita aveva eseguito almeno 151 esecuzioni per decapitazione nel 2015, il maggior numero degli ultimi 20 anni.

L’Arabia Saudita è uno dei cinque paesi al mondo, con l’Iran, la Cina, gli Stati Uniti e l’Iraq, dove vengono effettuate più esecuzioni al mondo.