Sui migranti siamo tornati indietro ad aprile, alle prime ore dopo i morti affogati

Sui migranti siamo tornati indietro ad aprile, alle prime ore dopo i morti affogati

L’Europa non ha ancora chiarito tutto il capitolo sui migranti. Restano i soliti punti scuri per i quali si registra un ennesimo rinvio. Entro la fine di luglio  si riuniranno nuovamente i ministri dell’Interno dei 28 e decideranno sul da farsi.

Nonostante il succedersi di riunioni su riunioni seguite dalle relative dichiarazioni stampa, infatti, l’Europa chiude la parte di vertice dedicato al tema immigrazione senza concludere molto.

 

Ovviamente le dichiarazioni di facciata sono diverse, mentre circolano le conferme sulla violenza dello scontro che si è consumato al di là delle porte chiuse.

Le conclusioni ufficiali ripetono la solita storia sui 40 mila migranti da accogliere solamente con la scelta da effettuare tra coloro cui sarà riconosciuto lo status di rifugiato politico, mentre tutti gli altri saranno rimpatriati. Cosa già decisa l’aprile scorso a livello di Vertice straordinario dei Capi di stato e di governo e che nessuno si può rimangiare.

Irrisolto, checchè se ne dica, il punto nodale, quello dei criteri da seguire per la suddivisione dei 40 mila nell’rco ei due anni. L’Italia e la Commissione europea volevano l’imposizione vincolante per i 25 paesi coinvolti. Regno Unito, Irlanda e Danimarca, infatti, pur intervenendo rumorosamente in materia, sono comunque esentati dall’eventuale obbligo in ragione della loro adesione all’Unione, contrattata a suo tempo.

Per il resto, non si è ancora capito niente sulle decisioni assunte, se ce ne sono state. Le dichiarazioni di Renzi del resto  confermano la necessità di lasciare un grosso punto interrogativo. Così come quelle di Donald Tusk, Primo ministro polacco e Presidente di turno della riunione in corso a Bruxelles, il quale ha escluso l’obbligatorietà delle cosiddette quote e rinviato le decisioni operative al summit luglierino dei ministri dell’Interno.

Viene immediato ricordarsi l’altro loro summit di qualche giorno fa nel corso del quale, come informò il Ministro italiano, Angelino Alfano, alla televisione, avevano raggiunto l’accordo sul fatto che la suddivisione sarebbe stata obbligatoria.

Siamo di fronte ad una storia su cui circola poca sincerità e solo alla fine, ammesso che una fine ci sarà, vedremo come andranno a finire le cose e a chi resterà il cerino in mano.