SPECIALE ELEZIONI ELISABETTA CAMPUS ( + Roma per Giachetti ) : lavorare per la solidarietà

SPECIALE ELEZIONI  ELISABETTA CAMPUS ( + Roma per Giachetti ) : lavorare per la solidarietà

“ Lavorare per la solidarietà è una risorsa e non uno svantaggio”, così si presenta Elisabetta Campus, candidata cattolica al Comune di Roma  nella lista civica Più Roma, e presidente dell’associazione “Giustizia e Civiltà Solidale”, che aggiunge di aver deciso, dopo un’approfondita riflessione, di competere per l’Assemblea del Campidoglio perché c’è bisogno di una Roma solidale,  capace anche di ripensare alla gestione dell’ingente ed articolato patrimonio comunale con la,solidarietà”.

Elisabetta Campus ricorda che romano nasce anche sulla base delle donazioni di privati per dare le case “ai pezzenti” i quali non potevano comprare una casa, “ Così, molto prima di avere le case popolari la città di Roma conosceva la solidarietà”

D) In questi giorni sono in corso gli sfratti dopo gli scandali di affittopoli…

“Giusto. Ma non si può buttare fuori la gente che ha bisogno e le associazioni che si occupano di loro. Vanno evitate le misure meramente burocratiche. Che senso ha sfrattare tutti? Bisogna anche guardare a chi ha dei gravi disagi e a  chi lavora per la solidarietà”.

D) Lei è sempre stata impegnata nel sociale ed ha sempre seguito le questioni delle pari opportunità e della famiglia…

“ Sì, perché il fatto di essere donna  e madre  mi da una sensibilità particolare rispetto a queste tematiche. Credo che, più che mai,  la famiglia, intesa nel senso tradizionale del termine, che contribuisce cioè alla cura e alla formazione dei propri figli, deve essere al  centro della discussione politica”.

D) E’ tempo di grandi discussioni sulle trasformazioni della famiglia…

“ Per i legami al di fuori delle unioni tradizionali, se a questo si riferisce, e le realtà oggettive che esistono nella società, possono essere tutelati attraverso un patto sociale. E’ necessario che venga garantito un riconoscimento sulla base della possibilità che tra i partner vi siano, per esempio, donazioni o lasciti che, diversamente da oggi, superino situazioni di conflitto, di abbandono e di esclusione sociale in cui si ritrovano molti conviventi”.

D) Lei ha anche altre proposte per assicurare quella che chiama “coesione familiare”.

“ Credo che una misura alternativa di sostegno alle famiglie in difficoltà sia il microcredito familiare. Il progetto prevede la possibilità di usufruire di sussidi finanziari di somme contenute ma che, in molti casi, fanno la differenza, per quelle famiglie che non riescono a pagare l’affitto della casa, la rata del mutuo, la retta universitaria o solo anche a coprire la spesa alimentare. Si tratta di interventi alla portata del Comune con l’utilizzo dei fondi disponibili della Cassa Depositi e Prestiti la quale ha un potenziale economico stimato intorno ai 15 miliardi di euro. Per le famiglie divise, invece, considerata la ratio attraverso la quale il nostro ordinamento ha previsto i tre anni di separazione prima del divorzio, si dovrebbe in quel lasso temporale, garantire e agevolare la possibilità di riconciliazione della coppia e aiutare i padri separati in difficoltà, già dai i primi mesi di separazione, con un supporto economico”.

Edoardo Matteo Infante