” Smart home” in continua diffusione in Italia

” Smart home” in continua diffusione in Italia

Più 23% in un solo anno: ormai gli acquisti per prodotti tecnologici relativi alla cosiddetta “ smart home” sono decollati anche in Italia, producendo un fatturato complessivo di 185 milioni di euro a fine 2016. E se permangono ancora delle perplessità da parte degli utenti, le ultime soluzioni delle aziende promettono di semplificare ancora di più l’esperienza nelle nostre case.

La casa degli italiani diventa sempre più intelligente, grazie alla diffusione della domotica e ai dispositivi connessi, che consentono di migliorare ogni piccola attività che compiamo durante la giornata, con immediati vantaggi sul fronte del “risparmio”.

Risparmio di tempo e denaro. Non parliamo soltanto dei termini economici, comunque molto importanti, ma anche della riduzione dei tempi nell’attivare i vari accessori, che grazie alla interconnessione web possono essere coordinati e messi in funzione anche da remoto, semplificando in definitiva vari aspetti della nostra vita.

La domotica in Italia. Nell’ultima analisi effettuata dall’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano si rivelano i dati che l’Internet of Things applicata alla casa degli italiani hanno raggiunto alla fine del 2016: si parla di un totale di 185 milioni di euro per il mercato delle soluzioni IoT per la Smart Home, che accelerano del 23% rispetto all’anno precedente mostrando, comunque, un potenziale di crescita ancora superiore.

La smart home degli italiani. L’analisi del mercato individua una forte componente della filiera tradizionale, che vale ancora l’82% del totale, ma aumenta l’incidenza di canali innovativi come retailer, eRetailer e assicurazioni, che a fine 2016 rappresentano il 18% e raggiungono circa 30 milioni di euro. L’ambito più richiesto sul fronte delle soluzioni è quello della sicurezza (come ad esempio videocamere di sorveglianza, serrature, videocitofoni connessi e sensori di movimento), ma sono in crescita anche gli apparecchi per la gestione energetica, quella dei sistemi di riscaldamento e raffreddamento e i prodotti per monitorare i consumi dei dispositivi elettrici.

Qualche criticità resta. Qualche passo in avanti può ancora essere compiuto, e soprattutto bisogna superare le ultime “ritrosie” dei consumatori, che in Italia sembrano ancora poco propensi ad adottare a pieno queste soluzioni tecnologiche: nel nostro Paese, infatti, permane un 50% di utenti che pensano che le tecnologie non siano abbastanza mature, mentre nel 67% dei casi di temono rischi per la privacy. Convincere questa larga fetta di popolazione renderebbe davvero la casa connessa un possibile fulcro dell’ecosistema “internet delle cose” di cui potrebbero beneficare vari settori chiave del Made in Italy, come si legge nel report del Politecnico di Milano.

Il made in Italy. In questi anni comunque stanno emergendo anche in Italia alcune aziende pioniere, che hanno intuito le potenzialità del comparto “smart” domestico: uno sguardo al portale Shop Punto Luce ci consente di avere una panoramica complessiva delle soluzioni sempre più innovative e tecnologiche che sono lanciate sul mercato dai brand nostrani, in cui si nota soprattutto l’ascesa di Ave, che ha alle spalle oltre un secolo di storia.

La tecnologia applicata. Fondata nel 1904, infatti, l’azienda ha saputo seguire le evoluzioni del mercato, arrivando a proporre oggi nuovi concetti di punto luce. Uno dei prodotti di punta è la nuova linea Rivolux, che integra la tecnologia touch all’interno delle applicazioni quotidiane, lasciando sempre spazio al gusto e alle diverse opportunità di personalizzazione. Inoltre, sulle ultime proposte è disponibile anche la tecnologia “a sfioramento”, ovvero il sistema di comando touch che Ave è stata la prima azienda italiana ad applicare al settore elettrico.

Gianluca Bottiglieri