Siria: importante successo delle truppe di Damasco. Russia accusata per 63 morti sotto le bombe

Siria: importante successo delle truppe di Damasco. Russia accusata per 63 morti sotto le bombe

Le forze militari di Damasco comunicano di aver riconquistato Rabia,  l’ultima città importante in mano ai ribelli,  per gli ultimi quattro anni, nella provincia di  Latakia la vera roccaforte dell’etnia Alawita cui appartengono la famiglia al- Assad ed il nucleo principale del gruppo dirigente che governa la Siria .

Sembra che anche in questo ulteriore successo dell’esercito di Damasco abbia giocato un ruolo chiave l’intervento dell’alleato russo grazie ai pesanti bombardamenti effettuati dai velivoli di Mosca sulle postazioni degli avversari di Bashar al- Assad.

Sul terreno, poi, come accade da tempo, le forze governative sono state aiutate dalle milizie sciite libanesi degli Hezbollah che costituicono un esercito molto coeso e ben armato, anche grazie ai rifornimenti assicurati dall’Iran, il quale fornisce assistenza diretta a Damasco con consiglieri militari impegnati sul campo.

Ultimamente la città di Rabia era controllata da miliziani di diversi gruppi, tra cui quelli di al-Nusra, un’organizzazione collegata ad al-Qaeda in competizione con l’Isis.

La riconquista della zona significa il rafforzamento del controllo governativo della vicina provincia di Idlib e dei collegamenti con Aleppo, la seconda città della Siria, oltre che di una ampia parte del confine con la Turchia.

Secondo alcuni osservatori, a questo punto, la situazione può far sorgere il dubbio che i preliminari dei colloqui di pace previsti questa settimana possano davvero decollare, come previsto.

Ad alimentare ulteriormente la tensione di queste ore è anche la notizia sulla morte di almeno 63 persone, tra cui nove bambini,  a seguito di attacchi aerei che si ritiene siano stati effettuati da aerei da guerra russi su Khasham, nella Siria orientale, nei pressi della città di Deir Ezzor, in un punto strategico sul fiume Eufrate.

Secondo le fonti dei ribelli siriani, i velivoli russi avrebbero bombardato numerose volte nell’arco degli ultimi giorni le postazioni dell’Isis, o Daesh, che controllano una buona parte di questa zona.

Altri 44 morti, invece, sono segnalati a Raqqa, bombardata perché divenuta la capitale militare del Califfato islamico, mentre Mosul in Iraq ne è quella politica.