Silenzio dopo l’incontro del Quirinale Letta intanto ripete: non mi faccio logorare Questa volta lo dice ai suoi del Pd

Silenzio dopo l’incontro del Quirinale  Letta intanto ripete: non mi faccio logorare  Questa volta lo dice ai suoi del Pd

Sto valutando tutte le opzioni”. Questa frase attribuita a Giorgio Napolitano rende il clima esatto di queste ore. Ore di attesa prima degli eventi cui potrebbe essere legata, persino, la vita del Governo Letta e la durata della legislatura. Dopo le polemiche sulle “irresponsabilità”. Dopo il discorso fiero e commosso, ma quasi di commiato, di Silvio Berlusconi, è arrivato anche il momento della salita al Quirinale dei due capogruppo del Pdl, al Senato, Renato Schifani,e alla Camera, Renato Brunetta.

Il colloquio, oramai, era stato richiesto, sulla scia della prima emozione provocata dalla conferma della condanna da parte della Cassazione, e non se ne poteva più fare a meno. Sulla “grazia”, comunque, Giorgio Napolitano aveva già chiarito che non si sarebbe discostato dalle norme di legge: deve essere Silvio Berlusconi a chiederla e il Presidente deve anche valutare l’eventuale sussistenza di carichi pendenti. Nel caso del capo del Centro Destra questo significa i sette anni di reclusione incassati per il processo Ruby al primo grado di giudizio.

Il colloquio con Giorgio Napolitano, allora, deve aver ruotato su altro. Forse, sulle richieste degli esponenti del Pdl nelle ultime ore. Quando hanno cominciato ad avvertire, in maniera sempre più drammatica, la prospettiva di diventare, di colpo, orfani.
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La richiesta è quella di salvaguardare, ha detto qualcuno in termini da impresa edile più che istituzionali, “l’agibilità politica” di Berlusconi nonostante una sentenza la cui prima conseguenza è costituita dalla reclusione da scontare per un anno intero.

L’ex Presidente del Consiglio, a questo proposito, ha incontrato il professor Coppi e l’onorevole,avvocato Ghedini per studiare se sarà meglio optare per i domiciliari o per l’affido ai servizi sociali. In ogni caso, sta entrando nell’ordine di idee di adeguarsi a ciò che lo aspetta.

Dopo l’incontro con Giorgio Napolitano, Schifani e Brunetta sono ridiscesi dal Quirinale per tornare a Palazzo Grazioli e riferire sull’esito del colloquio. E’ sintomatico che non è stata rilasciata alcuna dichiarazione, né è stata fatta trapelare alcuna indiscrezione. “Il Giornale” si limita per lunghe ore a lasciare sulla versione on line le seguenti informazioni: Il Pdl in pressing sul Quirinale: Napolitano: “Valuto tutte le opzioni”. Il Colle vede i capigruppo Brunetta e Schifani. Fonti: “Si valutano tutti gli aspetti della questione”. Un po’ poco per capire tutti gli sviluppi.

Più chiara, invece, la situazione sul fronte del Governo. Enrico Letta, volato a Bolzano, ha ribadito il concetto che deve aver molto influito sul discorso tenuto da Berlusconi a via del Plebiscito: “non mi faccio logorare”. Ma se le frasi di Letta, sabato, sono servite per restituirci un Berlusconi intenzionato a ribaltare sul Governo la sua irritazione con le sinistre ed i magistrati, quelle del lunedì successive, le stesse, erano rivolte ai suoi compagni di partito tra i quali, evidentemente, esistono altri “logoratori” di professione.
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Letta è stato ancora una volta chiaro sostenendo cha a lui “non interessa minimamente lavorare per aggiungere un giorno in più” all’esistenza del governo. Lui, però è convinto che il suo partito “confermerà l’impegno del Pd ad applicare il programma di governo”. Enrico Letta, del resto, sente che si sta giocando una partita da cui, paradossalmente, lui potrebbe rischiare di uscire come unico vincitore.

Una mano gliela dà anche Beppe Grillo. A chi, nel Pd, continua a coltivare l’idea di poter rovesciare l’attuale situazione, con un esecutivo sostenuto dal Movimento 5 Stelle, il leader dei “grillini” dice in sostanza di non illudersi: lui non farà mai un Governo con il Pd o con il Pdl. L’alternativa? Che resta quello di Letta!

Giancarlo Infante