Sembrava la calma e, invece, Schifani riporta tutto in alto mare e minaccia crisi ma poi Berlusconi: “Uniti, il Governo continua”. Epifani: “Schizofrenici, non si va da nessuna parte”

Sembrava la calma e, invece, Schifani  riporta tutto in alto mare e minaccia crisi  ma poi Berlusconi: “Uniti, il Governo continua”.  Epifani: “Schizofrenici, non si va da nessuna parte”

Continua la doccia fredda dopo la decisione della Cassazione di anticipare al 31 Luglio la sentenza su Silvio Berlusconi. Renato Schifani minaccia fulmini e saette sul Governo Letta. Sembrava, invece, che la notte avesse portato consiglio a quelli del Pdl e a Silvio Berlusconi. Il consiglio di non mischiare oltre le vicende giudiziarie del capo con la sopravvivenza del Governo e lasciare, così, in pace l’esecutivo guidato da Enrico Letta. In fondo, il messaggio uscito in nottata da palazzo Grazioli, l’abitazione romana del patron, era forte e chiaro lo stesso: se non ci date completa soddisfazione su Imu ed Iva vi faremo cadere, in ogni caso. Senza tirare in ballo, però, l’imbarazzante questione della condanna di Berlusconi e la sua interdizione dai pubblici uffici.

Era, però, anche un modo per allentare la tensione. Per prendere più tempo. Quello necessario ad elaborare una strategia in vista dell’appuntamento del 30 Luglio. Data in cui la Corte di Cassazione ha deciso di anticipare, secondo alcuni davvero in maniera inusuale, i tempi per pronunciarsi sulla pesante condanna del capo del centro destra.

I rapporti con il ministro Saccomani sono così al lumicinio sulle due questioni considerati derimenti dal Pdl che basterebbe un niente a provocare la crisi e mandare gambe all’aria una coalizione che é tutto fuorché una coalizione, bensì, semmai, uno stiracchiatissimo matrimonio di convenienza.
schifani
La mattinata, dunque, si era avviata per il meglio, ammesso che ci si possa proprio esprimere così su quanto accade a Montecitorio e dintorni. Invece, non arriva l’ora di pranzo che giunge un nuovo contr’ordine: se Silvio viene condannato qui salta tutto, altro che storie.

A gridarlo, e questo colpisce, é un uomo di grande esperienza istituzionale, dal quale non ti aspetti proprio colpi di testa. Parlo dell’ex Presidente del Senato, Renato Schifani. Attualmente, Capo gruppo dei senatori Pdl. Un personaggio che conta davvero nel Pdl e che non ha molto a che spartire con i settori più oltranzisti capitanati da Daniela Santanché. Quest’ultima rimbeccata persino da Nunzia Di Girolamo la quale, entrata in pieno nel ruolo del ministro, sembra non gradire più “pasionarie” e “falchi” berlusconiani di ogni genere. Solo capaci di portare altri guai ad un esecutivo già traballante per dinamiche sue interne.

Schifani é il presidente del gruppo parlamentare di cui fa parte anche il senatore Silvio Berlusconi. Si vede che i due devono essersi parlati di prima mattina e devono aver valutato, dopo la lettura dei giornali, che forse era meglio mantenere tutti ancora sulla corda. Da Napolitano in giù, passando dal Presidente della Prima Sezione della Cassazione, Giorgio Santacroce, dal ministro di Grazia e Giustizia, dal Csm e scendendo, per li rami, ai partiti ed al Parlamento.
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Insomma “il nessun dorma” é stato cantato, in piena mattinata, e con voce tonante da Schifani perché nessuno si faccia illusioni. Il Pdl non prende in considerazioni ipotesi subordinate che mettano nel conto il fatto che, eliminato giudiziariamente Berlusconi, il “patrimonio” di Silvio venga “affittato” a qualche altro esponente del centro destra italiano.

Bisogna riconoscere che é un momento di grande confusione. In cui Berlusconi non sa più di chi fidarsi. Sapeva che il Presidente Santacroce non é mai stato un magistrato da considerare da “toga rossa”. Eppure si ritrova con un’anticipazione improvvisa della decisione di Cassazione che può portare a solo tre ipotesi. O assolve, o rimanda per un vizio di forma il processo di nuovo a livello di Tribunale. In questi casi, tutto bene. Oppure, e questo agita non poco Palazzo Grazioli, toglie definitivamente all’ex Presidente del Consiglio la speranza, almeno, di far cadere qualche pezzo della sentenza in prescrizione e riuscire così a rimediare la frittata in qualche modo. In quest’ultimo caso si tratterebbe di cose serie. E senza il tempo di essersi potuto preparare adeguatamente.
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Samntacroce, invece, fresco fresco di nomina, con i voti anche del Pdl nel Consiglio Superiore della Magistratura che ti fa? Precisa che anche in molti casi precedenti, se c’era il rischio dell’intervento della prescrizione ancora in itinere si é sempre optato per anticipare le udienze, nel limite del possibile.

Così, di nuovo tutti in riunione da Silvio, nel pomeriggio alle 16. Mentre tra l’altalena di “minacce” e “segnali di pace” la truppa dei parlamentari, soprattutto democratici, silenziosi ma sconcertati, comincia a mostrare apertamente “segni di inquietudine. E lo stesso Guglielmo Epifani, segretario “a termine” del Pd, raccoglie i malumori e paragona la situazione a un attacco di schizofrenia e ammonisce: “Qui non si va da nessuna parte”.

Giancarlo Infante