Roma vara l’ennesima giunta Marino. Tutta Pd. Renzi attende al varco

Roma vara l’ennesima giunta Marino. Tutta Pd. Renzi attende al varco

Ignazio Marino presenta la sua nuova, ennesima Giunta per Roma Capitale. In un crescendo di polemiche, così, il Sindaco chirurgo ce la fa ancora una volta a non cadere a dispetto delle previsione dei più e nonostante perda pezzi per strada. Ultimo, persino il Sel che non entra nella Giunta.

Marino ha chiaramente contro Renzi ed il nucleo nazionale del Pd che più sta attorno al premier. Non ha ricevuto alcuna apertura di credito dagli oppositori interni ed esterni al partito. Eppure resiste, forse contando sugli equilibri interni ai democratici romani, da sempre combattuti tra una genuina ricerca di rinnovamento e le suggestione di un sistema di potere che nella capitale non cambia e sembra continuare ad avere una grande capacità persuasiva.

A molti appare chiaro che la Giunta Marino rinasce sulla base di un barcamenarsi tra i gruppi interni del partito di Renzi  con il richiamo di volti legati a precedenti esperienze di cui nel corso del tempo sembrano essere emersi  più i risultati negativi che quelli positivi.

Così la nomina di Marco Causi, definito tout court il “veltroniano”, cui  sono affidate le caselle di vice sindaco e quella di Assessore al  Bilancio, rimanda la memoria ai contratti sui derivati che hanno messo in ginocchio i conti pubblici di Roma e provocato subito le critiche più accese tra le opposizioni, già prima che la nuova Giunta prendesse vita.

Renzi finora ha minacciato un intervento diretto, frutto della sua carica di Segretario del Pd, e poi ha sempre rinunciato ad occuparsi direttamente della vicenda romana soprattutto per non entrare in rotta di collisione con Matteo Orfini commissario  cittadino del Pd e Presidente del Partito. Uno dei leader dei cosiddetti “giovani turchi”, quei democratici che, ad un certo punto, hanno gettato a mare i loro vecchi maestri, per primi D’Alema e Bersani, per mettersi in proprio ed assicurare una maggioranza a Renzi che, però, evidentemente un suo prezzo ce l’ha.

Così, il Presidente del Consiglio deve ancora una volta limitarsi a formulare un invito pressante che per qualcuno è una minaccia e fissare un limite di tempo. Se le cose non vanno, ha detto in sostanza il premier, si va al voto la prossima primavera.

Marino, che nei mesi scorsi non ha mai voluto impegnarsi in una polemica all’ultimo sangue contro Renzi, ha risposto dicendo di accettare la sfida e di volersi misurare sulle cose. Lui pensa, evidentemente, di essere capace di farcela con la nuova giunta.