Resta forte la pressione sull’India per il caso dei due marò italiani mentre il Governo indiano é sempre più in confusione . Anche la Germania scende in campo per sostenere l’Italia

Resta forte la pressione sull’India per il caso dei due marò italiani mentre il Governo indiano é sempre più in confusione . Anche la Germania scende in campo per sostenere l’Italia

Una soluzione che forse non risolverebbe niente se non le profonde contraddizioni esplose tra le autorità indiane in merito al caso dei due marò italiani, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone accusati di aver ucciso due pescatori indiani scambiati per pirati due anni or sono di fronte alle coste dello Stato del Kerala.

La stampa indiana, infatti, rivela che il ministero dell’Interno di New Dehli avrebbe comunicato alla Procura generale la propria disponibilità a non chiedere la pena di morte per i due italiani che avrebbero sparato su un peschereccio sospetto mentre si trovavano a bordo della Enrica Lexie. Al tempo stesso, però, si continuerebbe a chiedere l’applicazione  della legge antipirateria secondo la quale in caso di omicidio scatterebbe automaticamente la legge capitale.

Insomma la confusione regna ancora sovrana dopo che la Corte suprema indiana ha concesso una sola settimana alla Procura per definire le accuse ai due fucilieri di marina e la legge che si dovrebbe applicare al caso. Il problema degli inquirenti indiani sta nel fatto che se non venisse invocata la Sua del 2002, cioè la Legge sulla sicurezza della navigazione, cadrebbe il presupposto che consente agli indiani di detenere e processare i due nostri militari in quanto i fatti si sono svolti in acque internazionali e, dunque, la competenza sarebbe italiana perché italiana è la bandiera della Lexie su cui i due marò erano imbarcati. Tesi  sostenuta da due anni dal nostro Paese.

Il Governo indiano è diviso. Il Ministero degli esteri è sempre stato contrario alle tesi del Ministero degli interni e più volte si è impegnato con le autorità italiane sul fatto che non sarebbe mai stata prevista per il caso in questione  la pena di morte. Del resto, la pressione italiana e quelle dell’Unione europea si è fatta sempre più forte a mano a mano che emergevano gli intenti dilatori degli inquirenti indiani incapaci a risolvere un caso molto complesso sotto il piano del diritto internazionale e che, comunque, è finito per entrare a far parte dei temi di una lunga ed accesa campagna elettorale che sta animando da tempo l’intera India.

Enrica-Lexie

L’Italia sta minacciando di intervenire a livello comunitario per ostacolare, se necessario anche a porre il veto sulla conclusione positiva delle trattative per un accordo tra India ed Unione europea cui tendono da anni le autorità di New Dehli. Gli ultimi interventi, così, affinché tra Italia ed India si giunga ad una soluzione soddisfacente del caso, sono venuti dal Presidente della Commissione europea, Jose Manuel Barroso e dalle autorità tedesche che stanno sostenendo la posizione italiana.

In vista della visita di stato di sei giorni del Presidente della Germania ,Joachim Guack, l’ambasciatore tedesco a New Dehli, Michael Steiner, ha ufficialmente ricordato che “la questione ha anche un rapporto con la lotta globale contro la pirateria, a cui l’UE è fortemente impegnata” e che “l’Italia fa parte della UE, in modo stiamo seguendo da vicino il caso. Si tratta da un lato di una questione bilaterale, ma riteniamo che sia nell’interesse reciproco di India, Italia e UE  risolverlo al più presto, considerando che la questione è andata avanti per due anni”.

John Balcony