Renzi va avanti come un treno nonostante l’Aventino sull’Italicum

Renzi va avanti come un treno nonostante l’Aventino sull’Italicum

Renzi sente l’aria pesante della “palude” e, così, va avanti come un treno nonostante l’opposizione interna al Pd e i partiti avversari si mettono sull’Aventino. Lui non si fa distrarre perché deve cambiare la legge elettorale nonostante le ultime vicende potrebbero consigliare prudenza,

E’ accaduto, infatti, cosa era prevedibile dovesse accadere. Tutti partiti dell’opposizione, per motivi e prospettive diverse, convergono su una scelta diventata quasi obbligata dopo le tensioni interne al Pd: lasciano la Commissione Affari Costituzionali.

Sull’Aventino salgono sia da destra, sia da sinistra. Da Forza Italia, alla Lega , al Sel. La minoranza del Pd si siede sulla riva del fiume e aspetta.

Con i rappresentanti della maggioranza del primo partito italiano si voteranno in commissione l’Italicum solamente qualche deputato dei partiti minori collegati al partito di Renzi, come quelli di Scelta Civica e di Democrazia Solidale.

Gli uomini più vicini al Segretario Pd e Presidente del Consiglio sprizzano comunque fiducia. Sulla carta hanno i numeri per portare a casa il voto finale sulla legge per la riforma elettorale. Continuano a prospettare la possibilità che si vada, eventualmente, al voto di fiducia per infilare un cuneo nel gruppo dei dissidenti interni che la settimana scorsa riuscirono a fare astenere ben 120 deputati su 310 dal voto sull’Italicum in sede di Assemblea del Gruppo parlamentare della Camera e costringere alcuni degli alleati, a partire da quelli dell’ Ncd, a non fare scherzi.

E’già chiaro, però, che una delle prossime battaglie sarà quella sul voto segreto finale sulla legge. Già lo minaccia Brunetta, da tempo seduto sulla riva del fiume in attesa di un cadavere. Renzi, per primo, ovviamente, sa dove sia il trucco. Votata la fiducia, si deve procedere a votare, a scrutinio segreto, l’insieme della legge. Che potrebbe nel segreto delle urne anche non trovare i voti sufficienti.

Si potrebbe ripetere anche per Renzi lo scherzetto che fu tirato al Governo Cossiga nel 1980. Ottenuta un’ampia fiducia fu fucilato alle spalle da un’ottantina di franchi tiratori. Tutto fu giocato per un voto. Quello che involontariamente fece mancare a Cossiga Maria Pia Garavaglia costretta ad andare al bagno proprio nel momento cruciale della votazione. Il suo voto mancato fu determinante alla caduta del Governo e la cosa non potè essere rimediata dalle calde lacrime scese sul volto alla deputata Dc non appena capì cosa aveva combinato.

Però non è detto che tutto in Italia debba sempre essere risolto per vie tortuose e, diciamolo francamente, persino oscure. Può darsi che la maggioranza tenga e che Renzi scopra di aver fatto bene ad andare avanti per la sua strada. Altrimenti potrebbe pentirsi di non aver mantenuta aperta una porta al compromesso.